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A cura di Alessandro Rizzuti.

È passato un po’ di tempo dall’annuncio della convergenza dei due principali regolamenti tecnici del mondo endurance: le hypercar per il WEC e le LMDh per l’IMSA. Sembra però ancora esserci un po’ di confusione su cosa realmente succederà a partire dall’anno prossimo. Vediamo insieme cosa ci riserva il futuro.

Partiamo dal principio. Il World Endurance Championship è un campionato organizzato dalla FIA in collaborazione con ACO (Automobile Club de l’Ouest). È considerata la massima serie delle gare di durata, grazie alla sua valenza di titolo mondiale e alla presenza in calendario della 24 Ore di Le Mans, la più prestigiosa e famosa gara di questo tipo. Il Weathertech Sportscar Championship organizzato dall’IMSA (International Motor Sports Association) è un campionato analogo statunitense e ospita le altre due gare più prestigiose dell’endurance mondiale, la 24 Ore di Daytona e la 12 Ore di Sebring. Insieme Le Mans, Daytona e Sebring danno vita alla triple crown dell’endurance, un titolo che seppur non ufficiale ha però molto valore per piloti e costruttori proprio per la difficoltà di queste gare e il prestigio dato dalle vittorie.

Qual è il problema? IMSA e WEC da diversi anni corrono con regolamenti diversi per i prototipi. Un’auto costruita per uno dei due campionati non può partecipare all’altro, e così non può puntare alla triple crown. Mentre nel WEC erano presenti le LMP1 (Le Mans Prototype), negli USA correvano le DPi (Daytona Prototype international), auto dalla filosofia simile alle LMP2 ma più prestanti.

Negli ultimi anni FIA e IMSA hanno in programma un cambio regolamentare più o meno radicale per sostituire la massima categoria dei rispettivi campionati, e con la spinta dei costruttori si è cercato di trovare un accordo che permettesse a una stessa macchina di correre per la triple crown. Le trattative sono state lunghe e difficili per le diverse filosofie seguite dalle due federazioni. La FIA con il regolamento hypercar puntava a un’evoluzione delle vecchie LMP1 e con un costo molto più ridotto. L’obiettivo dell’IMSA era avere delle DPi ibride, auto con molte parti comuni per abbassare ulteriormente i costi e attirare più scuderie.

Alla fine si è deciso di farli entrambi, e da qui nasce la confusione. I regolamenti tecnici ufficiali sono quindi due: Hypercar e LMDh (Le Mans Daytona hybrid). In comune le auto avranno la potenza massima di 500 kw (circa 680 cavalli) e un peso minimo di 1030 kg, al fine di garantirne prestazioni abbastanza simili e non scontentare nessuno. Le Hypercar sono auto originali, prototipi o basate su auto stradali, e dallo sviluppo libero. Al momento di questa categoria fanno parte Toyota con la GR010 e Glickenhaus con la SCG007, mentre Peugeot vi entrerà nel 2022 con la 9X8 e Ferrari nel 2023 con un’auto ancora da definire. Le LMDh sono prototipi basati sulle nuove LMP2, e le uniche differenze tra di esse saranno carrozzeria, motore e sistema ibrido, i quali saranno liberi e differenti per ogni costruttore. Le scuderie potranno scegliere tra i telai di quattro fornitori diversi tra cui Oreca e Dallara. Tra i molti costruttori che hanno aderito a questa categoria troviamo Audi e Porsche (con un’auto progettata in comune e su telaio Oreca), Alpine, Cadillac, Acura e BMW.

Fin qui ci siamo, ma perché quando vediamo un annuncio della FIA vediamo scritto in ogni caso che sarà una hypercar? Questo perché nel WEC non esiste la classe LMDh, che appunto converge nella classe hypercar anche se con un altro regolamento (come sta succedendo proprio ora con Alpine che utilizza la vecchia LMP1 di Rebellion). Analogamente per l’IMSA non esiste la classe hypercar, che converge nella classe LMDh. Perché? Fondamentalmente per ragioni politiche. La FIA come organizzatrice di campionati mondiali non può ammettere fino in fondo di essere scesa a compromessi con una federazione “minore”. L’IMSA invece è gestita da americani, che hanno una lunghissima tradizione di indipendenza dagli europei e si sentono in dovere di continuare a dirlo e dimostrarlo.

Ed ecco spiegata la famosa convergenza. Grazie a essa finalmente potremo vedere di nuovo una foltissima schiera di team e costruttori che lotteranno per la vittoria assoluta (a Daytona nel 2023 saranno ben 10). Ma come ogni cosa su questo pianeta è diventata una gara a chi ce l’ha più lungo. Quindi quando leggerete di un nuovo costruttore nella categoria hypercar controllate sempre che regolamento hanno scelto, se quello delle auto fatte in casa o quelle comprate al supermercato.

Di Alessandro Rizzuti

Laureato in storia e bassista metal a tempo perso, fermamente convinto che sotto le sei ore si parla di gare sprint. Ogni tanto faccio qualche articolo ironico, sperando di essere divertente almeno su internet.

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