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La Mille Miglia di Sebring ha visto dominare le due hypercar Toyota per sette delle otto ore di gara. Ciò nonostante è stata la migliore gara del WEC degli ultimi anni, con la lotta per le altre posizioni sempre accesa.

Le Ferrari hanno stupito e deluso insieme. Dopo la straordinaria pole di Antonio Fuoco sembrava essere rinata la lotta per la vittoria, in un campionato che ormai sembrava da anni un monomarca. Ma il passo gara non è mai stato all’altezza delle auto giapponesi. Dopo il primo pit delle rosse a inizio gara (innescando una strategia potenzialmente vincente, è bene ricordarlo) il vero valore delle Toyota è finalmente emerso, e da lì si è capito che per Ferrari sarebbe stata una gara in rimonta.

Ma è stata la sfortuna, mista a qualche errore, comune nelle gare endurance, a spegnere le speranze delle Rosse. Un drive through per la #50 per aver superato un’auto due metri prima della linea della safety car durante una ripartenza. Un problema alla pompa di benzina sempre per la #50. L’incidente della #51 con una Ferrari GTE che stava per rientrare ai box. Una serie di eventi gestibili in una gara da otto ore, ma non tutti insieme. Alla fine il podio arriva lo stesso per la #50, doppiata però, mentre la #51 arriva settima nonostante il tempo perso ai box. Un bottino onesto per la prima prova di questo nuovo team con una nuova macchina, contro un nemico con dieci anni di esperienza e la stessa macchina da due anni.

Sempre insieme Porsche e Cadillac. Le due LMDh hanno corso l’intera gara l’una contro le altre, con un passo troppo lento per le hypercar davanti, ma pur sempre veloce. Un’ottima prestazione, soprattutto per l’auto americana, e uno spettacolo eccezionale per la grande quantità di sorpassi e controsorpassi che ci mancavano così tanto. Se questa gara è stata stupenda è soprattutto grazie a loro.

E poi abbiamo la… Vanwall? Incredibile ma vero, la hypercar che nessuno si augurava sarebbe arrivata in fondo è arrivata in fondo senza problemi di sorta. Lenta, sì, ma impersonando perfettamente il detto “chi va piano, va sano e va lontano”. Anzi, l’unico problema della Vanwall è stata una Peugeot, che ha tamponato la nostra eroina allo scattare di una full course yellow, danneggiando non gravemente la carrozzeria.

E infine le grandi delusioni. Glickenhaus completa metà gara in fondo alla classifica ed è poi costretta al ritiro per un problema tecnico. Non meglio le Peugeot, afflitte da cronici problemi di affidabilità, mentre la mancanza dell’ala posteriore sembra essere l’unica cosa che funziona. Alla fine la #94 è costretta al ritiro dopo aver passato tre ore ai box (compresa la partenza), mentre la #93 arriva ultima in classifica assoluta.

Questa Mille Miglia di Sebring è stata il banco di prova per la nuova classe regina dell’endurance mondiale, e non ha deluso le aspettative. Qualcuno sta già dicendo che il dominio Toyota sta ammazzando questo sport, ma i numeri di costruttori in pista ieri (non contando quelli che devono ancora arrivare) stanno dimostrando che questa è, perdonatemi il francesismo, una cazzata.

Di Alessandro Rizzuti

Laureato in storia e bassista metal a tempo perso, fermamente convinto che sotto le sei ore si parla di gare sprint. Ogni tanto faccio qualche articolo ironico, sperando di essere divertente almeno su internet.

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