La 24 Ore di Le Mans 2023 è stata l’ultima per la classe GTE, e come ogni altra gara della categoria non ha deluso le aspettative. È una classe che visto passare piloti straordinari che hanno regalato battaglie epiche, tante sportellate e decisioni della direzione gara contestate. Per molti è stata la categoria che ha salvato il WEC durante questi anni di assenza di una vera classe regina, e c’è una certa rabbia nell’aria per via della sua soppressione.

Le GTE nascono nel lontano 1999, ben 25 anni fa, ed erano chiamate semplicemente GT. Nel 2005 la classe viene rinominata GT2 per distinguerla dalla classe GT1. Con la soppressione di questa nel 2011, le GT2 prendono definitivamente il nome di GTE.

BMW M3 GTR.

I nomi più importanti lungo l’arco di vita di questa classe sono sempre i soliti: Porsche, Ferrari e BMW sono gli unici marchi che hanno corso per più di 20 dei 25 anni di esistenza della categoria. Ma nel tempo hanno partecipato anche altre case, più o meno grandi: da Ford (con due evoluzioni della GT), Aston Martin, Spyker, Panoz…

Panoz Esperante GT-LM.

In mezzo ad auto sportive dal design europeo più puro (come le Ferrari 458 e 488) hanno corso auto americanissime come le Dodge Viper e Chevrolet Corvette (nelle versioni C6, C7 e C8).

Dodge Viper GTS-R.

Ma la parte migliore di questa classe era la sottocategoria Pro, che nel WEC vedeva equipaggi di soli piloti professionisti. Nomi come Alessandro Pier Guidi, Kevin Estre, Sebastien Bourdais, Scott Dixon hanno partecipato e ottenuto grandi risultati in questa categoria, regalando ogni volta emozioni e battaglie uniche. Piloti che hanno reso epiche le battaglie tra le case costruttrici, a volte persino oscurando le LMP1 e le Hypercar. In fondo all’articolo troverete qualche link su YouTube per poter rivivere alcune di queste sfide.

L’ultima 24 ore di Le Mans non è stata da meno, pur mancando la categoria Pro. La vittoria di Corvette non è stata per nulla scontata, e solamente verso l’ultima ora di gara ci si è potuti definire sicuri della sua vittoria. Il podio invece è rimasto incerto fino alla fine, con il secondo e terzo posto contesi tra l’Aston Martin di TF Sport e le Porsche di GR Racing, Iron Dames e AO Racing (con “Rexy”). Queste ultime due hanno visto sfumare il podio per problemi ai freni nell’ultimo stint di gara.

“Rexy”.

Edizione record anche per numero di incidenti. Su 21 auto partecipanti ci sono stati ben 13 ritiri, dovuti a problemi tecnici, errori dei piloti o condizioni di pista estreme. E neanche le 8 auto giunte al traguardo lo hanno fatto senza problemi, come per GR che ha avuto lo stesso problema ai freni di Iron Dames ma ha tentato l’azzardo di arrivare alla fine e prendersi il podio.

La classe GTE è una categoria che ha regalato emozioni incredibili dalla prima all’ultima stagione, ed è giusto che dopo 25 anni di onorato servizio vada in pensione. L’anno prossimo vedremo le GT3 sul circuito della Sarthe e nel resto del WEC, con solo equipaggi Am e due auto per ogni costruttore. I piloti che hanno fatto grande la categoria hanno però già fatto il salto sulle Hypercar, portando il loro talento e le loro rivalità allo step successivo.

Per chiudere con una frase fatta: “non piangere perché è finita, sorridi perché è successo”.

Sfida tra Ford e Ferrari alla 6 Ore di Spa 2017

Primi giri della 24 Ore di Le Mans 2019

Sfida tra Ferrari e Porsche alla 4 Ore di Silverstone 2020

Ultimi giri in IMSA (2014 Oak Tree Grand Prix at VIR)

Di Alessandro Rizzuti

Laureato in storia e bassista metal a tempo perso, fermamente convinto che sotto le sei ore si parla di gare sprint. Ogni tanto faccio qualche articolo ironico, sperando di essere divertente almeno su internet.

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