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A cura di Matteo Cati.

Per gli appassionati della guida sarà facile capire perché la vita può solo migliorare, se si ha la possibilità di avere e guidare una macchina sportiva.

Per tutti gli altri che, non ne vedono il senso, o che si affacciano a questo mondo per la prima volta, proverò a spiegarlo cercando di trasmettervi almeno un po’ di quello che ho potuto provare sulla mia pelle, in un giorno di dicembre del 2018.

La mattina di quel giorno mi sono svegliato veramente di buon umore, perché sapevo che di li a qualche ora, sarei stato in macchina con un mio caro amico, volti a raggiungere una delle colline più belle dell’Oltrepò Pavese, con l’intento sia di guidare su delle bellissime strade, che di scattare foto per salvare nel tempo dei bei momenti.

Già qua,  potrebbe suscitare qualche dissenso, giustamente potreste chiedervi come mai mi sentissi così contento all’idea di passare una giornata in macchina…

Se gli appassionati già l’avranno capito, per gli altri vorrei fare una considerazione.

Molte persone spendono le giornate nei negozi dei centri commerciali a guardare un’infinità di cose, che poi magari manco compreranno, bene a tal proposito potrei ribaltare la domanda e chiedervi, coma mai voi spendete le vostre giornate tra 4 mura a guardare cose, quando la fuori c’è un mondo tutto da vedere?

Ma tralasciando le domande, ora sono qua in veste di qualcuno che vuole spiegare un concetto, o che per lo meno ci prova.

L’auto di oggi è una Lancer Evo X GSR del 2008, con qualche “leggero” miglioramento.

Si può definire uno Step 1 completo, infatti monta:

  • Scarico doppio HKS omologato.
  • Centrale HKS omologato.
  • Downpipe MAP Performance con wastegate esterna con fasciatura Mishimoto.
  • Molle Eibach Pro Kit.
  • Dischi anteriori forati baffati.
  • Pastiglie anteriori Project Mu Type HC+.
  • Solenoide Grimspeed.
  • Filtro aspirazione a cono 3.5” AMS .
  • Valvola pop off Turbosmart Dual Pov 50:50.
  • Tubi intercooler,farfalla motore HKS.

Modifiche estetiche:

  • Luci anteriori e posteriori VLAND led, che sostituiscono le alogene originali della macchina.
  • Griglie aperte senza fendinebbia, come il modello RS.
  • Vetri oscurati dietro e baule 80% con omologazione.
  • Radio touchscreen Android.
  • Alettone modello 2010.
  • Cerchi VolksRacing CE28 con Yokohama Neova semislick (che per ovvie ragioni quel giorno non abbiamo usato, dovendo ripiegare sulle termiche);

Se non ci avete capito molto, posso riassumervi tutto dicendo che la macchina è una Bomba sia da vedere, ma soprattutto da guidare e da sentire.

Tornando a noi, fa un freddo che non ne avete idea, ma lei si mette in moto come nulla fosse, dopo un deciso giro di chiave nel quadro, ora la prima tappa è il benzinaio e poi da lì via verso l’Oltrepò.

Già la voglia di possedere una macchina come questa la senti crescere sempre di più, anche stando tranquillamente in tangenziale a 90 km/h, la senti che è diversa da molte altre auto che vengono prodotte al giorno d’oggi, che hanno solo l’intento di andare da “A” a “B”.

Ha un assetto che le conferisce un modo di stare in strada molto deciso, secco, preciso, voi decidete di fare qualcosa e lei vi seguirà senza esitazione, questo fa sempre piacere sentirlo, anche se si è limitati a solo 90 km/h, perché capisci di avere tra le mani un oggetto speciale, un oggetto non da tutti giorni per intenderci.

La calibratura dei comandi, e la loro “pesantezza”, sono fatte a regola d’arte, tanto da voler quasi sempre tirare fuori le più cattive intenzioni dall’animo di chi guida, che ovviamente dovranno essere messe a freno dal buon senso.

Passando al lato estetico, bhè non c’è niente da fare, per me rimane una delle auto più belle dei primi anni 2000, meglio anche di quelle che sono venute prima di lei?

Questo non saprei, ognuna di loro aveva dei pregi, e ognuna di loro era nata già bella così, direttamente come mamma Mitsubishi le ha fatte.

A questo proposito mi sento costretto di dire che, bella sì, ma la perfezione non è mai facile da raggiungere, infatti un neo lo ha anche lei, e a mio parere sono le luci posteriori, quelle lampade tonde cozzavano un po’ con lo stile della macchina.

Inserite in uno scenario di linee per lo più tese e abbastanza scolpite della carrozzeria, non rendevano abbastanza giustizia ad un posteriore sovrastato da un fantastico spoiler, aiutato nell’immagine da due scarichi posti in un timido (per dimensioni si intende) diffusore nella parte sottostante.

E non dimentichiamoci che è un’auto del 2008, ha già una decina di anni sulle spalle, ma rimane costantemente bella, come il giorno in cui è stata annunciata alla stampa a Tokyo nel 2005 da un prototipo.

Ora che ormai siamo vicini alla nostra destinazione, l’occhio chiede ancora la sua parte, quindi eccovi serviti:

i ho appena detto quanto sia bella e mi ripeterò, ma a vederla su queste strade, che ormai considero le “mie” strade, crea un impatto impressionante, mai ho visto un’auto così tanto azzeccata al contesto in cui si trova.

Tutti gli scatti della giornata li troverete nella sezione gallery in fondo.

Dato che il clima non è particolarmente caldo, siamo costretti a risalire in macchina quasi subito, ed è adesso che il vero spirito della X si mostra a noi.

Tra le curve, i tornanti e le sconnessioni della strada, senti proprio come il telaio, le gomme e le sospensioni riescono a tenere a bada i quasi 1600 chili della macchina, peso un filo elevato se pensi alla concorrenza odierna.

Ma ancora una volta bisogna ricordare che, per una macchina che veniva venduta nel 2008 con queste caratteristiche tecniche di motore, trazione e assetto, e soprattutto per il prezzo che aveva, qualche compromesso i giapponesi lo avevano dovuto trovare.

Compromesso che affiora solo in condizioni limite come strade tanto tortuose o in pista su una serie di giri a fuoco.

Ma a combattere contro il difetto del peso, l’assetto può contare su un alleato tanto fedele quanto efficace, la trazione.

Tanto efficace quanto avanzato, infatti ti mette nella condizione di scegliere tra 3 impostazioni diverse (Tarmac, Gravel e Snow), queste permettono di ripartire la coppia inviata tra anteriore e posteriore dal differenziale centrale.

Ma se per voi questo non dovesse essere sufficiente, al posteriore vi è un differenziale che permette una ripartizione di 7:3, ovvero permette alla ruota esterna di girare fino a più del doppio di quella interna, inoltre la X ha la peculiarità di frenare la ruota interna alla curva tramite le pinze dei freni.

Quindi  questa non è solo una bella ragazza con un bel vestito, ma ha anche tanta roba da mostrare al di sotto della gonna, ma starà a voi cercare di poter sbirciare sotto per capire come funziona, e sarà particolarmente gratificante se sarà lei a mostrarvi tutto di sua spontanea volontà mentre le chiederete di farlo.

Tanto per essere sicuri che l’assetto e la trazione siano buoni tanto quanto la macchina vuole far credere, non le abbiamo risparmiato un po’ di divertimento sulla neve, e anche qua vedendola muoversi da fuori, i risultati sono stati pienamente soddisfacenti.


Ultimo, ma non per importanza, abbiamo il motore di questa belva.

In codice si chiama 4B11, più leggero e poco più potente dei predecessori, è un 4 cilindri in linea da 2 litri, aiutato da una turbina che però, fa sentire il suo “peso”.

In parte giustificato dal fatto che è un single turbo, mentre dall’altra, è anche vero che per urlare fino a quasi 8000 giri, serve una turbina con certe dimensioni, ergo un’inerzia maggiore.

Perciò la si sente iniziare a lavorare dai 3000/3500 giri al minuto in su, il che rende la macchina è un filo vuota ai bassi se comparata a quello che riesce a tirare fuori dopo.

Ma non disperatevi, sarete enormemente ricompensati quando sentirete come canta dai 4000 in su, infatti quando arriverete nella zona del noto “Braaaaaap” delle Evo X, inizierete a ricordarvi perché ne avrete voluta comprare una (ovviamente amplificato dallo scarico HKS ma soprattutto dal downpipe di questo esemplare).

Non è un suono, non è un rumore, a mio parere è un urlo, un bellissimo urlo che fa sentire la sua possenza in un mondo sempre più popolato da piccoli 1000 turbo o da 3 cilindri senza voce.

D’altro canto questo è uno dei punti chiave di una macchina sportiva, farti sentire un tutt’uno con lei, farti immergere nell’esperienza della guida con qualsiasi canale disponibile, che sia vista, udito, olfatto o tatto.

Giusto per dare l’idea di come questo esemplare è capace di cantare e di come una macchina dovrebbe sempre suonare, allego un piccolo video d’esempio:

Video Player

Anche se il tunnel ci ha messo del suo per amplificare il suono, già con i finestrini chiusi questa Evo si fa sentire davvero tanto, ma con una voce più cupa rispetto a questa volta che, con i finestrini abbassati, ho potuto notare per la prima volta una nota veramente metallica nella sua voce.

Il giro continua e la strada si fa più tortuosa, ma lei continua a rispondere bene tanto quanto mi ha mostrato sulla prima parte del percorso, pure quando cerchi di scomporla, lei risponde facendo slittare il posteriore abbastanza intuitivamente, quindi riesci sempre a capire quando andare a recuperare con lo sterzo, ovviamente il tutto deve essere eseguito con una certa sicurezza, altrimenti anche questa macchina sarà capace di rifarvi il portafoglio.

Ormai sta calando la sera, nelle giornate d’inverno è così e quindi iniziamo a fare ritorno verso casa, ma per concludere bene la giornata, qualche altra foto prima che cali del tutto il sole non è affatto una cattiva idea.


Dopo tutta questa prova, posso affermare con assoluta certezza che è un’auto veramente ben riuscita, i giapponesi che l’hanno concepita sapevano il fatto loro, ma soprattutto quello che volevano ottenere.

Oltre ad avere delle performance veramente ottime per una berlina con 4 porte e 5 posti, è di una comodità che lascia ben spiazzati se ci si limita a guardare i sedili anteriori che, oltre ad essere ben contenitivi, tutto sono tranne che scomodi.

In sostanza è una buona auto per la pista (meglio se con tratti guidati quanto basta), ottima per andare in giro normalmente, e perfetta se vorrete farvi un viaggio sui passi di montagna in giro per l’Italia, e magari anche più lontano.

Alla fine di tutto, mi rimane solo una parola in testa dopo questa giornata, EVO…

Di Claudio Boscolo

Appassionato di endurance da quando ho memoria, innamorato perso della Panoz Esperante e nostalgico della Jordan e della Jaguar in Formula 1. Cantastorie di piloti e di gare, all'occorrenza team principal dell'ItalianWheels Racing Team.

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