Nella capitale italiana del design e della moda hanno trovato spazio anche i motori: infatti di grande prestigio è stata la presenza di Porsche al Fuorisalone.

Parto mettendo le mani avanti. Non sono un designer e non ho la presunzione di esserlo ed i giudizi e le considerazioni espressi hanno carattere personale.

Da appassionato di vetture però, ho avuto molta curiosità di quello che il marchio di Stoccarda avrebbe proposto in una cornice del genere.

Da sempre il mondo dell’automotive è de facto una prolunga del mondo del design.

Tante vetture sono state, storicamente, esercizi di stile prima e capolavori poi.

Tante vetture hanno dimostrato di essere arte prima che mezzi di locomozione.

Quindi, quale occasione migliore per saggiare questo mondo se non immergersi in prima persona nella settimana del Salone del Mobile?

In una Milano affollata come in ogni evento di questa portata, e conseguente coda all’ingresso di ogni installazione ci immergiamo in quello che Porsche ha da mostrare.

In una parola? Pragmatico.

Pragmatismo austero tipico del mondo Porsche.

Un modo di intendere l’auto ed il design che è stato immediatamente percepibile già dall’entrata, all’interno del cortile di Palazzo Clerici.

Una ragnatela semplice, bianca e nera d’impatto, con delle reti a supporto per sedersi e rilassarsi

Facendo felici grandi e soprattutto i piccini.

Nella sala sulla destra del cortile è stato invece possibile dare un occhio a delle vere e proprie opere di design.

Una selezione di sedute realizzate da Vitra in collaborazione con Porsche .

Una serie di ritratti fotografici a mettere in risalto le opere ed uno splendido gioco di geometria e di spazi tramite le simmetrie regalate dalle colonne della sala.

Il tutto nell’eleganza e ricercatezza della semplicità apparente.

Passiamo ora al terzo ed ultimo spazio dedicato a Porsche nella cornice del Fuorisalone.

Siamo nel cortile più interno di Palazzo Clerici dove troviamo esposta la vettura simbolo di Porsche.

Proprio lei: la 911.

Badate bene non una 911 qualsiasi bensì la 911 L.

Chi è ben appassionato del marchio e del modello 911 saprà benissimo le particolarità di questa opera esposta.

Invece, per chi giustamente non ne ha idea, facciamo una piccola digressione storica.

Nel 1968 Porsche decide di chiamare il modello base L, l’entry leve T ed il modello sportivo S.

Ma dov’è la particolarità di questa 911 L?

Beh, che questa meravigliosa creatura ha passato il fiore dei suoi anni sotto ad un telo abbandonata in un granaio nei pressi di Brandeburgo assieme alla “sorella” di prima generazione.

Nel 2014 una troupe televisiva di un programma tedesco scopre queste due vetture che prontamente vengono acquistate dal museo Porsche e restaurate.

In un mondo che guarda sempre più al futuro, distaccandosi e rinnegando spesso il proprio passato, Porsche prende la strada opposta.

Rimarcando le proprie radici ed esaltando le origini del mito.

Ben fatto Porsche!

Di Claudio Boscolo

Appassionato di endurance da quando ho memoria, innamorato perso della Panoz Esperante e nostalgico della Jordan e della Jaguar in Formula 1. Cantastorie di piloti e di gare, all'occorrenza team principal dell'ItalianWheels Racing Team.

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