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Garage 56 ha portato una vettura che è sulla bocca di tutti: la Camaro ZL1 di derivazione NASCAR che ha conquistato il cuore di tutti i tifosi presenti a Le Mans.

La sfida tecnologica portata sul circuito de La Sarthe passa, soprattutto, tramite gli innovativi pneumatici brevettati da Goodyear, capace di unire il proprio “Know-How” della NASCAR Cup Series (di cui è fornitore) con le esigenze di un circuito così atipico come Le Mans.

La Camaro ZL1 di Garage 56 impegnata nella gara.

Abbiamo parlato con Justin Fantozzi (Goodyear Program Operation Manager) subito prima dello start della 24 Ore di Le Mans riguardo le sfide e le criticità di questo ambizioso ma estremamente affascinante progetto.

L’iconico dirigibile di Goodyear.

Ecco le nostre domande:

“Allora partiamo forse dalla domanda più banale ma forse più naturale, come si arriva a produrre questi pneumatici specifici per la Garage 56 partendo da quelli della NASCAR Cup Series?”

“Ottima domanda: la base di partenza di tutto il progetto, così nella vettura che nelle gomme, è stato proprio il modello della Cup Series. Come compagnia sapevamo esattamente dove partire. Sapevamo anche che sarebbe stato leggermente differente a causa dei regolamenti e delle regolazioni durante l’evento: avevamo bisogno delle luci anteriori, di quelle posteriori, il sistema di rifornimento e la differente conformazione sotto la vettura.

Grazie a questi cambiamenti siamo stati in grado di utilizzare delle ruote più larghe, siamo partiti da una gomma di dodici pollici che poi è stata sviluppata fino a diventare di 13 pollici e mezzo per il posteriore e dodici e mezzo per l’anteriore. Una volta capita la dimensione dello pneumatico abbiamo potuto concentrarci sulle questioni tecniche.

Abbiamo testato per 7500 miglia (circa 12000 chilometri [ndr.]) e abbiamo fatto lavori al simulatore e altri lavori elettronicamente. Abbiamo lavorato con la nostra controparte europea per capire il livello di grip qua sul circuito e abbiamo trovato dei circuiti negli States che avessero un livello di grip simile e siamo andati a testare”.

La grande prestazione della Camaro è passata tramite il grande lavoro di Goodyear.

“In NASCAR di solito non si corre sul bagnato, tuttavia per questa gara avete dovuto presentare non una bensì due mescole da bagnato: quella da bagnato estremo e le intermedie. Come è stato il procedimento?”

“E’ vero, di solito non corriamo sui grandi ovali col bagnato tuttavia nelle Road Courses si corre col bagnato. Siamo qua a Le Mans ma la Cup Series è a Sonoma e se dovesse piovere a Sonoma correrebbero lo stesso col bagnato. Quindi avevamo comunque una base di partenza per la macchina ma ancora una volta abbiamo potuto fare affidamento su altri associati di Goodyear.

L’azienda esiste da centoventicinque anni, è il centenario anche di Le Mans e il settantacinquesimo anniversario della NASCAR, quindi abbiamo combinati trecento anni di esperienza. Così facendo si prende quello che la macchina ha sviluppato e poi si iniziano a definire le wet.

Abbiamo usato la nostra struttura in Saint Angelo, Texas, dove abbiamo potuto controllare di persona quanti litri d’acqua lo pneumatico è in grado di drenare dall’asfalto e da lì abbiamo iniziato una lunga giornata di test provando tutti i tipi di gomma e di costruzione”.

“Per questo evento speciale avete brevettato un sensore particolare per la gara, capace di fornire i dati in tempo reale alla squadra, ci potrebbe parlare di questo sensore?”

“Con il progetto della Garage 56 quindi riguardante le vetture innovative, ci ha dato la possibilità di spingere con le innovazioni. Siamo stati in grado di elaborare e sviluppare e curare un sensore in grado di comunicare in tempo reale pressione e temperatura al team di ingegneri.

Tutti questi sensori sono senza batteria e sono innestati direttamente dentro lo pneumatico per cui bisogna comunque mandargli della corrente per poter estrarre i dati“.

“Quindi come fate a mandare la corrente al sensore?”

“Mandiamo la corrente tramite le frequenze radio”.

Ci teniamo a ringraziare Marco Buccino e Marco Lo Prato per averci dato la possibilità di realizzare questa intervista.

Di Claudio Boscolo

Appassionato di endurance da quando ho memoria, innamorato perso della Panoz Esperante e nostalgico della Jordan e della Jaguar in Formula 1. Cantastorie di piloti e di gare, all'occorrenza team principal dell'ItalianWheels Racing Team.

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