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A cura di Umberto Moioli.

Hooligan: quante volte nella vostra vita avete sentito questa parola? Tante, sicuramente. Ma quante volte l’avete associata all’aggettivo “gentile”? Mai, ci scommetto. Eppure una hooligan con questa caratteristica c’è, esiste e molti ce l’hanno in garage.

Suzuki DRZ400 ecco di cosa si parla. Una moto che affonda le sue radici nell’inizio di questo millennio e che ancora oggi raccoglie consensi in modo trasversale in tutto il mondo, sia nel mercato del nuovo (si, la fanno ancora nuova di fabbrica. Controllate il sito Suzuki USA se siete diffidenti per natura) che in quello dell’usato.
Perché? Perché 40 cavalli scarsi (a volte anche stanchi), un motore che è la metà o un terzo di quello che tanti usano o bramano e un progetto vecchio di vent’anni sono al centro della scena ancora come se niente fosse? Perché quelle cinque marce si snocciolano come se niente fosse, perché quella ciclistica è perfetta sia con gomme tassellate che con delle scarpe stradali a regola d’arte, perché meno di 150 chili sono una manna dal cielo da fermi e in movimento e perché è dannatamente semplice da capire. Su una DRZ ci siete solo voi e nient’altro, davvero.
Sottosella? No.
Passeggero? Ne farete volentieri a meno.
Aiuti elettronici? Assolutamente no.
Iniezione? No entiendo.
Quasi ogni cosa è nuda e cruda, funzionale, efficace. Montate su, girate la chiave, lasciate scaldare e partite. Le partenze saranno semplici, la prima marcia sarà abbastanza corta, la seconda non vi dirà niente di diverso dalla sua sorella minore mentre già dalla terza potreste cominciare a capire qualcosa di più del successo di questa due ruote giapponese. Perché improvvisamente state facendo velocità illegali in superstrada, in terza? Sulla strada secondaria dietro casa vostra, per giunta? Perché nonostante tutto quel mono ama stare in alto e quel cambio è burro sotto il vostro piede sinistro. Quarta e quinta sono un omaggio alle curve veloci, agli ingressi e alle uscite delle tangenziali presi con angoli di piega quasi imbarazzanti, a quei sorpassi fatti con gusto, alla controllata incoscienza che vi lascia dimenticare ogni genere di avvallamento.
Non è una semplice moto da cross adattata alla strada, esattamente come non è solo una motard. È qualcosa che potete personalizzare in base al vostro gusto, estetico o funzionale che sia, è una moto che non si lascia sconvolgere dai pomeriggi assolati di fine luglio o dalle temperature negative dei primi di febbraio. Stiamo parlando di una moto che, dopo averla portata in fuoristrada per qualche momento di solitudine e pace interrotti solo dalla vostra voglia di tornare a casa, a 120 all’ora vi fa avere tutto il vento di questo mondo in faccia ma che vi invita calorosamente a far girare ancora di più il polso destro, una moto che appena entra in città vi accompagna fino a destinazione scivolando via dal traffico quasi come uno scooter. Una volta parcheggiata vi chiederete: ma davvero ho fatto tutto questo con una sola moto? Si, l’avete fatto e quello che avete in faccia è un dannatissimo sorriso compiaciuto.

Trovarle un difetto? Si può, ma forse è solo una perdita di tempo specialmente in base a che tipo di motociclisti siete: ad esempio il serbatoio da soli dieci litri può diventare un geniale serbatoio da otto con una riserva da due che si apre grazie al rubinetto a portata di mano anche durante la marcia. Le dimensioni delle gomme anormali rispetto a quelle delle concorrenti si trasformano magicamente in misure uniche che siete sicuri che non vi fregherà nessuno e quel lumino da cimitero che si trova al posto del fanale anteriore è solamente un modo simpatico per farvi apprezzare di più la bellezza della notte.

Ma torniamo al titolo dell’articolo e diamo una spiegazione razionale a tutto ciò: l’hooligan gentile che significa? Un hooligan è “una persona dal comportamento scurrile, violento, indisciplinato e ribelle” e come può quindi associarsi la gentilezza a tutto questo, specialmente mentre parliamo di una moto?
È facile. La DRZ è scurrile e violenta? Si, specialmente se non avete alcun timore di farla urlare in alto e non avete paura di dare delle gran manate di gas. Indisciplinata e ribelle? La ruota anteriore si alza che è un piacere, quindi la mancanza di disciplina e la voglia di ribellione si possono vedere anche da queste cose. Dove può trovare spazio la gentilezza in tutto questo? In quell’erogazione sincera, costante e alla quale ci si affida senza problemi dopo il primo momento. Si trova la gentilezza in quella facilità di manovra che permette ai più esperti di girarsi in un fazzoletto e ai neofiti di non rimanere spaventati dagli oltre 90 centimetri di altezza da terra una volta in sella. La gentilezza di questa dual sport si trova nella facilità di informazioni reperibili in rete e al praticamente infinito numero di pezzi di ricambio disponibili, alla resistenza degna di un mulo e alla capacità di perdonare anche qualche errore fin troppo grossolano grazie alla frenata modulabile e alle gomme generose.

“Quindi mi prendo una DRZ e…? Che ci faccio?”
Qualunque cosa tu voglia, caro lettore. La vuoi lasciare così come l’hai trovata e farle solo la regolare manutenzione? Giorno dopo giorno si accenderà come se fosse nuova e ti porterà a lavoro in un baleno. Hai voglia di buttarci dentro qualche centinaio d’euro? Cerca delle buone gomme e cambia le carene se il colore con cui l’hai trovata non ti soddisfa. Il tuo budget è ancora più alto? Allora che ne dici di darle un filtro come si deve, una carburazione più che generosa, una voce degna di nota e una ciclistica tutta grip? Non ti piace il solo asfalto? Esistono serbatoi più grandi, forcelle rialzate e selle per ogni gusto: puoi sporcarla quanto vuoi e arrivare fin dove hai immaginazione. Ancora non ti basta? Perfetto: allunga quelle marce, mettiti uno zaino in spalla e parti. Il tuo culo si stancherà prima di lei.
Queste sono solo alcune delle cose che potreste fare con una DRZ perché c’è anche chi ne ha preso il solo motore e l’ha infilato in un telaio di Lambretta, o chi ha sostituito le gomme con dei pattini e l’ha fatta diventare un gatto delle nevi. Le possibilità sono infinite, spetta voi scegliere quella che vi piace di più.

Non è la motard più veloce che ci sia, esattamente come non è la moto da fuoristrada definitiva e neanche è in grado di competere veramente con delle stradali, ma quanto a sorrisi al litro (o al chilometro) non ha molte rivali, fidatevi. Se prendete una Grom (Honda MSX da noi) forse potreste trovare ancora più gusto nel fare assurdità, ma un 125 non può competere con un 400, e se vi mettete in garage qualcosa che viene dall’Austria ed è arancione difficilmente troverete la stessa facilità di utilizzo. Alternative vere ad una DRZ non ce ne sono, e cosa c’è di meglio dell’essere unica? Cominciate ad interrogarvi e quando avrete trovato una risposta allora forse avrete un buon motivo per non desiderare questa hooligan gentile dagli occhi a mandorla.

Di Umberto Moioli

Appassionato di roba veloce (purché non a propulsione elettrica), motorsport e street racing anni '90. Ho aperto ItalianWheels.net tanti anni fa per parlare di gare, auto e moto sportive e raccontare la poetica della guida.

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