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Si potrebbe iniziare questo articolo sostenendo che, in quanto auto d’epoca, bisogna sapersi adattare, che era meglio quando si stava peggio e tutte queste cose qui. Ma, non è il nostro caso. Prima, però, dobbiamo fare un riassunto per i più giovani.

Negli anni ’70 la Suzuki inizia a produrre un fuoristrada di piccole dimensioni, che costi relativamente poco ma che permetta eccellenti performance in fuoristrada e che sia affidabile. Nasce cosi il Suzuki SJ. Verrà prodotto in varie versioni fino alla LJ80, ultimo modello prima dell’arrivo della SJ nel 1982.

Il Suzuki LJ, come tutto ebbe inizio. Foto: cdt.ch

Questo nuovo mezzo doveva essere qualcosa in più. Meno spartano, più civile, ma che mantenesse la capacità di arrampicarsi su qualsiasi cosa e in qualsiasi condizione climatica. Presto fatto, in Suzuki tolgono la carrozzeria della LJ, allungano il passo, e montano una nuova carrozzeria . Nasce la LJ 410.

Sempre per i più giovani, la parola FUORISTRADA non è una cosa sconosciuta. Probabilmente conoscete solo la parola Suv, che vi spacciano per un fuoristrada. Ecco, visto che probabilmente avete un Suv in garage, scendete e andate in campo pieno di fango. Se riuscite a fare 5 metri prima di fermarvi sarete stati bravi. Chiamerete cosi il vostro amico con il Defender 90 che vi verrà a tirare fuori. Ecco questo è fuoristrada.

Torniamo a noi. Anzi, perché non vogliamo fare le cose fatte male, parliamo di una macchina che è nella mia famiglia dal 2010 ed è ancora in servizio. La mia SJ410 versione JL, a carrozzeria chiusa e tetto normale. Versione giapponese, abbastanza rara in Italia, per via delle poche importazioni del periodo. Motore mille, 970 cc per la precisione, 4 cilindri in linea a 8 valvole, sviluppa una potenza di 45 cv e 61 Nm di coppia. Cambio a quattro marce sincronizzato con riduttore. Valori che oggi farebbero ridere, ma che spingono la “Zukina” alla velocità massima di 120km/h. Non mi sono ma avventurato a questa folle velocità, non penso esista un rettilineo cosi lungo da permettergli di raggiungerla, ma vi posso assicurare che a 110km/h dovrete avere un interfono per parlare con la persona a fianco.

Non ha il clima, non ha il servosterzo, non ha i sedili riscaldati, non ha i vetri elettrici, non ha la chiusura centralizzata, non ha il computer di bordo e non ha il contagiri. Ha il riscaldamento, che funziona molto bene. Non ha Abs, Esp o altre diavolerie elettroniche. Ah, non ha nemmeno il servofreno. Neanche la radio è presente, era forse l’unico optional che si poteva avere. Per avviarla bisogna tirare l’aria.

Dentro è comunque rifinita molto bene. Gli interni sono in similpelle marrone misto a tessuto bianco, le cinture di sicurezza sono dello stesso marrone dei sedili. Non ha scriccioli strani, e funziona ancora tutto. Ricordiamoci che stiamo parlando di una macchina immatricolata nel 1986.

Ma com’è da guidare? Come sapete per lavoro guido di tutto, da Ferrari a Porsche, Lamborghini e altre macchine molto divertenti e che tutti noi amiamo. Eppure nessuna ti fa scendere con il sorriso come scendi dalla Suzukina. Si perché sei costantemente al massimo, in frenata devi fare il punta-tacco e per fare una semi curva devi usare metà sterzo. Forse lo sterzo è proprio l’unico difetto che troverei in questa macchina, non molto preciso e con un gioco “appena appena” percepibile. Lo schema sospensivo è a ponti rigidi, sia sull’anteriore che sul posteriore. Perfetti in un campo, ma non la rendono cosi comoda in strada. Ogni buca o avvallamento sembrano dei crateri.

Ma è in fuoristrada che da il suo meglio. Una volta tolto il “ruota libera” ( un accrocchio dei fuoristrada che libera i semiassi e il differenziale anteriore per consumare meno e essere più veloci) niente la ferma. Normalmente si viaggia con la sola trazione posteriore, in caso di bisogno si può inserire la trazione integrale con i rapporti normali o la trazione integrale con le ridotte. Le piccole dimensioni, le gomme abbastanza strette e la grande altezza da terra la rendono veramente instancabile nei prati o nei campi. L’unico limite è la mancanza di differenziali autobloccanti, quindi bisogna sempre stare attenti. Non è adatto per chi pensa che basta avere la macchina alta per andare in un bosco. Bisogna essere in grado di leggere il terreno e capire dove mettere le ruote.

Consuma? Si. Il serbatoio non è grandissimo. I circa 40 litri di benzina si svuotano mediamente ogni 300-350km, se, come me, la utilizzate in una zona di montagna.

Oggi una SJ originale e conservata si fa fatica a trovare. Molto sono state preparate per l’off road. Oggi i prezzi vanno dalle 6-7000 euro in su. Tenete anche conto che il contachilometri a 99999 ricomincia da 0, quindi stabilire con certezza i km è praticamente impossibile.

Per tornare alla domanda iniziale, com’è avere una 410 nel 2023? Uno spettacolo!

Vale la pena aquistare una Suzuki SJ? Assolutamente si, non ve ne pentirete!

Di Matteo Arrigosi

Pilota professionista, coach e caporedattore di ItalianWheels.net. Per divertirsi non importa il mezzo, l'importante è che abbia un motore.

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