Si potrebbe iniziare questo articolo sostenendo che, in quanto auto d’epoca, bisogna sapersi adattare, che era meglio quando si stava peggio e tutte queste cose qui. Ma, non è il nostro caso. Prima, però, dobbiamo fare un riassunto per i più giovani.
Negli anni ’70 la Suzuki inizia a produrre un fuoristrada di piccole dimensioni, che costi relativamente poco ma che permetta eccellenti performance in fuoristrada e che sia affidabile. Nasce cosi il Suzuki SJ. Verrà prodotto in varie versioni fino alla LJ80, ultimo modello prima dell’arrivo della SJ nel 1982.
![](https://www.italianwheels.net/wp-content/uploads/2023/11/6bab4457-9257-4d68-96d9-88000b3c95db-840x473.jpeg)
Questo nuovo mezzo doveva essere qualcosa in più. Meno spartano, più civile, ma che mantenesse la capacità di arrampicarsi su qualsiasi cosa e in qualsiasi condizione climatica. Presto fatto, in Suzuki tolgono la carrozzeria della LJ, allungano il passo, e montano una nuova carrozzeria . Nasce la LJ 410.
Sempre per i più giovani, la parola FUORISTRADA non è una cosa sconosciuta. Probabilmente conoscete solo la parola Suv, che vi spacciano per un fuoristrada. Ecco, visto che probabilmente avete un Suv in garage, scendete e andate in campo pieno di fango. Se riuscite a fare 5 metri prima di fermarvi sarete stati bravi. Chiamerete cosi il vostro amico con il Defender 90 che vi verrà a tirare fuori. Ecco questo è fuoristrada.
Torniamo a noi. Anzi, perché non vogliamo fare le cose fatte male, parliamo di una macchina che è nella mia famiglia dal 2010 ed è ancora in servizio. La mia SJ410 versione JL, a carrozzeria chiusa e tetto normale. Versione giapponese, abbastanza rara in Italia, per via delle poche importazioni del periodo. Motore mille, 970 cc per la precisione, 4 cilindri in linea a 8 valvole, sviluppa una potenza di 45 cv e 61 Nm di coppia. Cambio a quattro marce sincronizzato con riduttore. Valori che oggi farebbero ridere, ma che spingono la “Zukina” alla velocità massima di 120km/h. Non mi sono ma avventurato a questa folle velocità, non penso esista un rettilineo cosi lungo da permettergli di raggiungerla, ma vi posso assicurare che a 110km/h dovrete avere un interfono per parlare con la persona a fianco.
Non ha il clima, non ha il servosterzo, non ha i sedili riscaldati, non ha i vetri elettrici, non ha la chiusura centralizzata, non ha il computer di bordo e non ha il contagiri. Ha il riscaldamento, che funziona molto bene. Non ha Abs, Esp o altre diavolerie elettroniche. Ah, non ha nemmeno il servofreno. Neanche la radio è presente, era forse l’unico optional che si poteva avere. Per avviarla bisogna tirare l’aria.
![](https://www.italianwheels.net/wp-content/uploads/2023/11/IMG_2955-840x630.jpg)
Dentro è comunque rifinita molto bene. Gli interni sono in similpelle marrone misto a tessuto bianco, le cinture di sicurezza sono dello stesso marrone dei sedili. Non ha scriccioli strani, e funziona ancora tutto. Ricordiamoci che stiamo parlando di una macchina immatricolata nel 1986.
Ma com’è da guidare? Come sapete per lavoro guido di tutto, da Ferrari a Porsche, Lamborghini e altre macchine molto divertenti e che tutti noi amiamo. Eppure nessuna ti fa scendere con il sorriso come scendi dalla Suzukina. Si perché sei costantemente al massimo, in frenata devi fare il punta-tacco e per fare una semi curva devi usare metà sterzo. Forse lo sterzo è proprio l’unico difetto che troverei in questa macchina, non molto preciso e con un gioco “appena appena” percepibile. Lo schema sospensivo è a ponti rigidi, sia sull’anteriore che sul posteriore. Perfetti in un campo, ma non la rendono cosi comoda in strada. Ogni buca o avvallamento sembrano dei crateri.
Ma è in fuoristrada che da il suo meglio. Una volta tolto il “ruota libera” ( un accrocchio dei fuoristrada che libera i semiassi e il differenziale anteriore per consumare meno e essere più veloci) niente la ferma. Normalmente si viaggia con la sola trazione posteriore, in caso di bisogno si può inserire la trazione integrale con i rapporti normali o la trazione integrale con le ridotte. Le piccole dimensioni, le gomme abbastanza strette e la grande altezza da terra la rendono veramente instancabile nei prati o nei campi. L’unico limite è la mancanza di differenziali autobloccanti, quindi bisogna sempre stare attenti. Non è adatto per chi pensa che basta avere la macchina alta per andare in un bosco. Bisogna essere in grado di leggere il terreno e capire dove mettere le ruote.
Consuma? Si. Il serbatoio non è grandissimo. I circa 40 litri di benzina si svuotano mediamente ogni 300-350km, se, come me, la utilizzate in una zona di montagna.
Oggi una SJ originale e conservata si fa fatica a trovare. Molto sono state preparate per l’off road. Oggi i prezzi vanno dalle 6-7000 euro in su. Tenete anche conto che il contachilometri a 99999 ricomincia da 0, quindi stabilire con certezza i km è praticamente impossibile.
Per tornare alla domanda iniziale, com’è avere una 410 nel 2023? Uno spettacolo!
Vale la pena aquistare una Suzuki SJ? Assolutamente si, non ve ne pentirete!