È quel momento dell’anno in cui questo blog ritorna ad essere il meno serio “dell’internet tutto”. E ritorna quindi quell’articolo, in tre parti, che tanto non leggerete perché non contiene nessuna informazione rilevante se non battute molto poco ricercate.

In ogni caso, sono qui a scrivere per il quarto (o quinto?) anno di fila la Spotter guide per scemi. Una poco breve e altrettanto poco seria guida alla 24h di Le Mans 2024 (l’edizione del centenario più uno).

Stavolta lo dico già nell’introduzione: , saremo presenti anche noi alla 24 ore di Le Mans 2024, e cercheremo di portarvi interviste e interventi interessanti e puntuali (non assicuriamo sulla qualità). Ora bando alle ciance, cominciamo questo elenco di tutti e 62 GLI EQUIPAGGI PARTECIPANTI.

Partiamo con le HYPERCAR

Alpine
L’Alpine Endurance Team porta due auto, dai numeri 35 e 36. PaulLoup Chatin e Charles Milesi dovrebbero finalmente tornare a guidare con il legittimo erede al trono dell’impero austro-ungarico (sempre divertente ricordarlo) Ferdinando d’Asburgo Lorena, il quale ha saltato gli ultimi appuntamenti del WEC a causa di un incidente durante un test che gli ha incrinato una vertebra. Speriamo che il buon Ferdinand si sia ripreso, ma in caso contrario ancora non è stato annunciato alcun eventuale un sostituto.
Il secondo equipaggio è formato da Nicolas Lapierre, Matthieu Vaxivière e Mick Schumacher. I primi due ormai sono veterani, e sapranno sfruttare al meglio le potenzialità dell’auto.
Nel complesso il team francese non è messo malissimo per questa gara, e può sperare in un buon piazzamento se riuscirà a sfruttare bene le diverse occasioni.


BMW
Di nuovo due auto per il marchio tedesco. Una è molto più speciale dell’altra. BMW infatti porta a questa 24 ore di Le Mans una Art Car, quest’anno realizzata dall’artista Julie Mehretu. La vettura #20 di Sheldon van der Linde, Robin Frijns e René Rast si appresta a essere l’auto con più occhi addosso prima, durante e dopo la gara. Sulla #15, dalla livrea vecchia e noiosa e già vista, siedono Dries Vanthoor, Raffaele Marciello e Marco Wittmann.
Nel complesso parliamo di uno squadrone con sei piloti considerati nel mondo GT tra i più forti in circolazione. Resta quindi al team WRT metterli in condizione di poter condurre una buona gara, anche se l’auto, va ammesso, non ha convinto troppo né nel WEC né nell’ IMSA.


Cadillac
Ahhh Cadillac, mio amore… Come l’anno scorso il costruttore più democratico in griglia arriva in terra francese con tre auto, tutte estremamente riconoscibili. Abbiamo la macchina blu (quella iscritta al WEC) con Earl Bamber (che deve smetterla di schiantarsi per favore), Alex Lynn e Alex Palou.
Poi c’è la macchina gialla (che vi fa tirare i pugni agli amici) con Sébastien Bourdais, Renger van der Zande e Scott Dixon.
Infine abbiamo la macchina rossa del team Whelen (disegnata dal bambino di Enzo Ferrari credo) con il mitico e potentissimo Luis Felipe Derani (Pipoooooo), Jack Aitken e Felipe Drugovich. L’auto della libertà è pronta ad esportare democrazia attraverso il sound del miglior V8 in pista. Ma si deve fermare alla democrazia e basta, e non seguire la recente tendenza a esportare detriti e pezzi di guardrail.


Ferrari
Che dire su Ferrari? Vediamo. Si può dire che le due auto rosse (queste sì disegnate da Enzo Ferrari) tenteranno di nuovo l’assalto alla 24 ore, accompagnate da un giallo e valente scudiero (che vi farà odiare ancora di più dall’amico di prima). Stessi equipaggi di sempre. Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen da un lato. I campioni Alessandro Pier Guidi, James Calado e Antonio Giovinazzi dall’altra. Robert Kubica, Robert Shwartzman e Yifei Ye sulla 499P gialla.
L’hypercar di Maranello si è dimostrata l’auto più performante nelle ultime due gare, salvo poi perderle entrambe per sfortuna e qualche errore. Non mi esprimo oltre (che poi se succede qualcosa è colpa mia e non ne voglio sapere nulla).


Isotta Fraschini
Non c’è molto da dire su Isotta sinceramente. L’auto guidata da Carl Wattana Bennett, JeanKarl Vernay e Antonio Serravalle non ha performato benissimo finora, ma nel complesso non pare una brutta macchina. Nel team sembra che debbano ancora capire diverse questioni, ma la macchina è affidabile, e a Le Mans conta solo questo.


Lamborghini
Ci vedo doppio? DUE Lamborghini?! Ah no scusate sono davvero due. Iron Lynx ha raddoppiato per Le Mans e porta l’altra SC63 dall’America. Abbiamo quindi Mirko Bortolotti, Daniil Kvyat ed Edoardo Mortara accompagnati da Romain Grosjean, Andrea Caldarelli e Matteo Cairoli. Non ho molto da dire neanche qui. Ma non per motivi particolari, semplicemente Lamborghini non mi sta simpatica. No, non elaborerò oltre. (È la spotter guide per scemi, non sono tenuto a spiegare le cose).


Peugeot
Ricordate l’auto rivoluzionaria e bellissima senza alettone? Ora ha l’alettone, ma è ancora bellissima. L’operazione di transizione sembra andata a buon fine, e ora finalmente può avere un BoP meno platealmente favorevole per renderla competitiva. Quindi i piloti sono JeanEric Vergne, Mikkel Jensen e Nico Müller, e Stoffel Vandoorne, Paul Di Resta e Loïc Duval.
Speriamo la pista renda loro giustizia, se lo meritano anche solo per avere osato di più rispetto alla concorrenza.


Porsche
Devo proprio? Ci pensa già la FIA (Fporsche International Assistance) a dar loro visibilità. (Vabbè, tappiamoci il naso).
Il colosso tedesco porta ben SEI auto quest’anno. SEI. Tre sono di Penske, che non ha ancora annunciato una livrea speciale però (ho rivalutato quella arcobaleno dell’anno scorso, stupenda). #4 Mathieu Jaminet, Felipe Nasr e Nick Tandy. #5 Matt Campbell, Michael Christensen, Frédéric Makowiecki. #6 Kévin Estre, André Lotterer e Laurens Vanthoor.
Poi ci sono i vincitori di Spa. Hertz Team Jota ha le solite due auto: William Stevens, Norman Nato e Callum Ilott, e Oliver Rasmussen, Philip Hanson (eletto lo sguardo più bello del mondo per il quarto anno di fila) e Jenson Button.
Infine Proton, l’ultima macchina ma senza Gimmi Bruni purtroppo: Neel Jani, Harry Tincknell e Julien Andlauer (che farà il sorpasso più incredibile della gara probabilmente).
Che dire, se porti sei auto hai sei volte più probabilità di vincere la gara. Non si può dire niente al signor Porsche, è la scelta giusta se vuoi vincere più gare possibili e restare nella storia.
Però almeno potevano fare una vera hypercar.


Toyota
Grande delusione dell’anno? Contando come è finita l’anno scorso direi che questo sta andando malissimo per i giapponesi. È nella natura stessa delle corse; prima domini e poi perdi. Ma questo non fermerà i nostri amati (od odiati, non giudico) samurai kamikaze a tentare la scalata anche quest’anno.
Quindi, due auto: Mike Conway, Kamui Kobayashi e Nyck de Vries, e Sébastien Buemi, Brendon Hartley e Ryo Hirakawa.


E così si conclude la prima parte della Spotter guide per scemi. Una poco breve e altrettanto poco seria guida alla 24h di Le Mans 2024 (l’edizione del centenario più uno). Adesso tocca alle LMP2 (LMP2 nel WEC? Ma siamo pazzi???) e alle GT3. Se invece siete persone intelligenti, cosa di cui dubito se siete arrivati fin qui, a questo link trovate la spotter guide per persone intelligenti.

Ok alla prossima. Ciao.

Di Alessandro Rizzuti

Laureato in storia e bassista metal a tempo perso, fermamente convinto che sotto le sei ore si parla di gare sprint. Ogni tanto faccio qualche articolo ironico, sperando di essere divertente almeno su internet.

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