Abbiamo sempre messo il WEC come campionato da seguire a livello regolamentare, dove i passi falsi sono sempre stati rarissimi.

Tuttavia nello scorso week-end la cornice di Spa ha evidenziato delle grandi criticità regolamentari.

Esattamente quello che state pensando: le termocoperte.

La svolta green e di risparmio energetico ha voluto che per questa stagione si abbandonassero le termocoperte causando non pochi problemi nella fredda ed uggiosa Spa.

Non solo il clamoroso botto di Antonio Fuoco dopo la bellissima rimonta della 499P numero 50 ma anche il lungo di Molina in uscita dal box (causando il drive through) e ancora le grandi difficoltà della Aston di AMR e della 777 di D’Station e ancora le grandissime difficoltà delle 499P nel portare in temperatura le gomme dopo il primo pit.

Scusate la bassa qualità, ma non riuscivo a trovare una foto migliore del botto.

Nemmeno le LMP2 sono stati esenti da problemi in uscita dai pit con qualche pizzicata alle linee bianche di troppo.

Togliendo di mezzo gli episodi e concentrandosi sul punto focale si nota che questa formula può essere disastrosa per Le Mans.

Complici le temperature estremamente rigide della notte unitamente alle altissime velocità, il rischio di botti importanti è reale.

In virtù di una salvaguardia planetaria solo di facciata si rischiano di fare danni molto più grandi.

In primis i danni per la salute dei piloti nonostante tutte le manfrine sulla sicurezza.

In secondo luogo tutti i pezzi di carbonio che volano, fluidi che vengono sversati dalle vetture e così via non è che sia un bene per il pianeta.

Senza contare il ciclo di produzione delle parti da cambiare.

Non è forse meglio re-inserire in queste tappe (anche se sarebbe meglio sempre) particolarmente critiche la possibilità di riscaldare gli pneumatici.

Ecco il nemico dichiarato: le termocoperte.

E badate bene, non è che lo diciamo noi e basta.

Sia Coletta che Bourdais ed Aitken si sono scagliati contro questa scelta.

Se persino direttori tecnici e piloti stessi del WEC si schierano contro questa scelta c’è da riflettere.

A maggior ragione quando abbiamo piloti che corrono anche in IMSA come Bourdais ed Aitken stessi, abituati all’assenza degli scaldoni nel campionato americano.

In sostanza ACO e FIA dovrebbero riflettere molto seriamente su quanto accaduto a Spa o reinserire gli scaldoni almeno fino a quando Michelin non sarà in grado di creare una mescola adatta.

Di Claudio Boscolo

Appassionato di endurance da quando ho memoria, innamorato perso della Panoz Esperante e nostalgico della Jordan e della Jaguar in Formula 1. Cantastorie di piloti e di gare, all'occorrenza team principal dell'ItalianWheels Racing Team.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *