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A cura di Claudio Boscolo.

Era l’hypercar più chiacchierata ed attesa di tutte.

Tutti gli occhi dei media erano per la nuova Peugeot 9X8.

Vederla dal vivo è stata sicuramente una grande soddisfazione e, contestualmente, una grande occasione per ammirare il lavoro degli ingegneri Peugeot.

Il frontale estremamente aggressivo della 9X8

L’impatto futurista della vettura francese si scontra con le linee austere del colosso Toyota, il richiamo al passato di Glickenhaus ed, infine, con la collaudata certezza della “hypercar” Alpine.

Peugeot è arrivata a questa 6 ore per stupire e per far vedere quantomeno parte del proprio potenziale.

Partiamo sicuramente da un punto fermo: storicamente quando Peugeot si presenta ai nastri di partenza di una competizione sportiva non lo fa mai per partecipare e basta ma si propone come realtà nata per vincere.

Già a primo impatto è chiaro quanta ricerca ci sia dietro al modello 9X8. Certo il primo colpo d’occhio va su quello che non c’è: l’ala posteriore ma la vettura non è solo questo.

Particolare dell’ala posteriore mancante

Sotto al cofano, infatti, romba un V6 biturbo da 2.6 litri che, oltre a sprigionare 680 CV, suona divinamente.

La 9X8 però è una vettura a propulsione ibrida ed il moto-generatore elettrico lo troviamo sull’avantreno. Altra peculiarità dell’hypercar d’oltralpe è la trazione integrale.

Come detto prima, Peugeot non ha annunciato la sua presenza nel WEC tanto per timbrare il cartellino e questo si è capito anche nella scelta del parco piloti.

Veterani del calibro di Rossiter, Vergne, Di Resta e Loic Duval coadiuvati da giovani talenti e vincenti come Mikkel Jensen e Gustavo Menezes.

Proprio con Gustavo Menezes ci siamo intrattenuti per una breve chiacchierata (che potete trovare QUI) al termine delle qualifiche.

Ora vorrei lasciarvi le mie umili impressioni, che trascendono dalla tecnica o da un’accurata indagine ingegneristica, semplicemente voglio comunicarvi quello che la Peugeot 9X8 mi ha trasmesso.

Da subito, vedendola da vicino mi è balenato un pensiero: questa è come una vera hypercar dovrebbe essere; futuristica, aggressiva e pronta ad osare nel look e nelle idee.

Un concept che da solo basta ad oscurare la concorrenza.

Se poi vogliamo parlare delle prestazioni devo dire che sono stato piacevolmente sorpreso nel vedere la vettura restare nelle prime posizioni durante le prove libere senza nessun tipo di problema tecnico.

Per quanto riguarda le prestazioni in qualifica è difficile dare un voto visto che il potenziale di entrambe le vetture è stato inficiato sia da problemi tecnici che dal traffico.

Durante la gara, invece, il passo delle due Peugeot 9X8 è stato più lento della concorrenza anche se, bisogna ammettere, che questa gara resta comunque poco indicativa per prestazione in sé stessa visto che, a parer mio è stata più un’occasione per raccogliere dati che non per competere effettivamente con le altre vetture.

Unitamente a questo le alte temperature hanno sicuramente messo in evidenza tutti i problemi di affidabilità dovuti maggiormente alla gioventù della 9X8.

Ricordiamo che anche Glickenhaus è stata costretta al ritiro per problemi legati alle temperature e si tratta di una vettura molto più che collaudata.

Detto ciò questa 6 Ore di Monza per la Peugeot 9X8 non è stato nient’altro che uno shakedown con la possibilità di raccogliere dati e confrontarsi per la prima volta con la diretta concorrenza.

Non c’è da essere disfattisti né da essere delusi ma prendere questa gara per quello che è.

Per la prossima stagione è più che lecito aspettarsi grandi cose dalla casa del leone.

Fotografie a cura di Pino Colacicco.

Di Claudio Boscolo

Appassionato di endurance da quando ho memoria, innamorato perso della Panoz Esperante e nostalgico della Jordan e della Jaguar in Formula 1. Cantastorie di piloti e di gare, all'occorrenza team principal dell'ItalianWheels Racing Team.

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