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A cura di Matteo Arrigosi.

Siamo arrivati al secondo blocco di test, ma ufficialmente il primo. Si perché i nostri amici del Bahrain hanno voluto a tutti i costi aprire ufficialmente questa nuova era di macchine a effetto suolo. I test a Barcellona sono stati, praticamente ”finti”.

In realtà è stato in parte vero, visto che tra i primi e i secondi è successo di tutto. Il buon Nikita Mazepin è stato silurato dalla Haas (termine adeguato visto il periodo) come se tutto quello che sta accadendo fosse stato deciso da lui. Non solo, il team americano ha deciso di chiudere i rapporti anche con lo sponsor Uralkali, ma siamo sicuri che la storia non finirà qui.

Anche il GP della Russia è stato cancellato e sulla Haas lasciata libera è arrivato Kevin Magnussen, tirato fuori dall’armadio nonostante ci fosse il nostro Antonio Giovinazzi pronto e fresco di F1.

Ma la cosa che ha più di tutto spiazzato tutti sono state le pance della Mercedes e della Williams. Più che le pance, sarebbe da dire la loro assenza. Si perchè il team tedesco e i loro subordinati hanno portato a Sakir due monoposto veramente estreme. Le pance sono praticamente sparite, lasciando lo spazio indispensabile per i radiatori e basta. In Mercedes avranno pensato che, considerando la percentuale di carico offerto dal fondo, le pance potevano essere lasciate sulla vettura dello scorso anno.

Come sempre, i tecnici della Stella a tre punte non si sono fermati alla semplice estremizzazione del concetto. Hanno anche sfruttato l’attacco dello specchietto per creare un supporto aerodinamico per indirizzare i flussi verso il retro della monoposto.

Se a Barcellona era stata la Red Bull a catturare l’attenzione per il grande lavoro svolto da Adrian Newey, soprattutto nella zona delle bageboard, qui la Mercedes ha spostato l’attenzione.

Ferrari, McLaren e Alpha Tauri non hanno portato significative evoluzioni, ma si sono concentrate sul portare avanti i lavori fatti a casa dopo Barcellona. Al momento più in difficoltà Aston, Alpine e Alfa Romeo.

A pochi giorni dall’inizio del mondiale, chi sarà il favorito, almeno a inizio campionato?

Di Matteo Arrigosi

Pilota professionista, coach e caporedattore di ItalianWheels.net. Per divertirsi non importa il mezzo, l'importante è che abbia un motore.

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