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PSCS (Porsche Sports Cup Suisse) è davvero quel campionato che non ti aspetti, per tantissimi motivi.

Però procediamo con ordine, com’è che siamo finiti nel bel mezzo della Stiria a raccontare le avventure di uno dei campionati emergenti nel panorama dei monomarca Porsche?

Abbiamo seguito il nostro coach preferito, Matteo Arrigosi, alle prese col pilota Patrick Hofman per la tappa austriaca della PSCS con i colori di Centri Porsche Ticino.

Il pilota tedesco infatti è alla guida della Cayman RS GT4 del team svizzero con cui affronterà le due gare del campionato sprint marchiato Porsche.

Sveglia presto di mercoledì per le sei ore di viaggio che ci separano dal Red Bull Ring.

Tra qualche sosta in autogrill per sgranchire le gambe ed adempiere ai canonici richiami corporali, il viaggio prosegue senza intoppi.

Passiamo così il confine e dopo un paio di ore, tra mucche e lavori in corso, arriviamo finalmente nel viale del Red Bull Ring e, conseguentemente nel paddock.

La struttura in sé è semplice, nulla di eccezionale però siamo di fronte ad un autodromo che fa dell’efficienza e dell’ordine i propri mantra.

Struttura anni luce avanti ai fatiscenti autodromi italiani, disordinati e senza punti di interesse per i tifosi, a dirla tutto nei nostri autodromi è già tanto avere almeno un punto ristoro funzionante .

Paddock ordinato, ambiente pulito, bagni in cui ci si può specchiare sulla tavoletta e un carinissimo Welcome Point con alcuni cimeli del mondo di F1, MotoGP, OffRoad e NASCAR.

Welcome Point che funge anche da punto vendita di abbigliamento e souvenir del circuito austriaco.

Insomma, per vedere un autodromo in grazia un tifoso deve farsi sei ore di viaggio.

Tolta questa breve ma doverosa parentesi sulla struttura, torniamo a noi.

Mentre lo staff di Ticino finisce di montare i box mi fermo a contemplare il silenzio irreale della sera calante sul freddo Red Bull Ring.

Saluti, quattro chiacchiere e via a cercare un posto dove ingurgitare al volo una schnitzel e poi via a riposare in vista dei test non ufficiali del giovedì.

In questa giornata iniziata con troppe poche ore di sonno dietro abbiamo l’occasione di vedere in pratica il lavoro di coach Arrigosi e dei vari piloti.

Tra spiegazioni di traiettorie, punti di frenata, giri tra umido e freddo la mattinata scorre veloce così come il pomeriggio.

Sempre con Hoffman in testa nelle libere e con gli ottimi risultati dell’altro pilota di Ticino Detlef Schmidt, gentleman con grande esperienza tra cui GT Open e ADAC GT Master.

Leggermente meno positivo la prestazione della terza GT4 in forza alla squadra svizzera rimasta ferma ai box nella mattina a causa di una momentanea indisposizione del pilota culminata in una “fattura” contro il muro nel pomeriggio.

Non solo GT4 ma anche GT3 Cup con Valerio Presezzi che nei turni del giovedì ha avuto modo di dare i primi morsi all’asfalto.

Quello che più mi ha colpito, da subito, è il clima di questo weekend di gara.

Un clima rilassato, di divertimento.

Questa impressione verrà poi confermata sempre di più nell’arco dei due giorni seguenti.

Di fatto la PSCS è apparsa sin da subito il paradiso del gentleman driver.

Come sempre occorre una chiosa sul termine “gentleman”, che mai è inteso con accezione negativa, semmai è un aggettivo di ammirazione.

Senza questa figura sarebbe impossibile avere un movimento GT florido come esiste a livello mondiale.

Il pilota gentleman ha così occasione di correre e competere a buonissimo livello mantenendo comunque un ambiente di divertimento lontano dal super professionismo del WEC o altri campionati con appendici GT.

Questo giovedì si chiude in un clima positivo e di assoluta tranquillità.

Il venerdì è sostanzialmente la copia carbone, giornata di prove libere ufficiali dove iniziano ad esprimersi i valori reali dei piloti e quello che hanno assimilato dai propri coach.

Ecco il lavoro dei coach, particolarmente per i piloti gentleman, è una figura chiave.

Esperienza, capacità di comprendere il tracciato e l’abilità di comunicare in maniera chiara agli amatori sono le capacità chiave per un buon istruttore.

Tra grigliate improvvisate nel paddock, strudel nell’hospitality la giornata scorre piacevolmente.

A rendere maggiormente piacevole il tutto sono anche le sessioni riservate ai proprietari di alcune Porsche stradali che hanno l’occasione di scendere in pista e dare libero sfogo alle loro creature.

Come detto prima il venerdì si chiude senza particolari acuti se non un improvviso scroscio d’acqua che limita molte vetture ai box.

Il sabato inizia più lentamente, colazione come di consueto nell’hospitality e poi via alle qualifiche e alle gare.

Programma compatto e semplice che scorre tra qualche bandiera rossa ma senza particolari ritardi sulla tabella di marcia.

Sia le qualifiche che le gare riservano grandi soddisfazioni con la pole e le due vittorie di Hofman ed i buoni piazzamenti delle altre vetture in entrambe le categorie.

La PSCS è contemporaneamente il campionato più vicino e lontano al concetto di “svizzero” con una precisione impeccabile ed un’organizzazione altrettanto perfetta ma, al tempo stesso, quella sensazione di festa e di divertimento che si può trovare solo in campionati più amatoriali.

Se avete possibilità, passate a vedere le due tappe italiane di Imola e Monza tra giugno e luglio e del Mugello e Misano tra settembre e ottobre (lascio qua le date).

Di Claudio Boscolo

Appassionato di endurance da quando ho memoria, innamorato perso della Panoz Esperante e nostalgico della Jordan e della Jaguar in Formula 1. Cantastorie di piloti e di gare, all'occorrenza team principal dell'ItalianWheels Racing Team.

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