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A cura di Sebastiano Aulino.

La Formula Uno si appresta a iniziare un trittico di Weekend in due piste molto belle e storiche, e non stiamo parlando del Paul Ricard.

Il circuito, situato a Le Castellet entra a far parte del calendario nel 2018, dopo un lungo digiuno dalle corse che risale a Magny-Cours.

Il layout del Paul Ricard è abbastanza vario, con un totale di 180 configurazioni differenti, la più piccola che non raggiunge il chilometro. La F1 correrà su quello utilizzato per le gare valevoli per campionato GT, con qualche piccola variazione.

Si parte dal rettilineo più corto, che costeggia una corsia box non parallela, con pratiche dividono la striscia d’asfalto dai muretti delle scuderie.

In piena traiettoria di gara, si sovrappone la corsia d’uscita dai box che ha creato molti problemi sia sul piano dei giri di qualifica che in gara. Fortunatamente l’anno successivo la corsia di uscita (insieme a quella d’entrata) hanno subito una modifica che ha reso le operazioni più sicure.

La prima variante è caratterizzata da uno scollinamento che scompone non poco le vetture che si ritrovano spesso ad eccedere dai limiti di pista in uscita dalla curva 2, causando la perdita di tempo oltre che alla cancellazione del tempo. Inoltre, in partenza bisogna stare molto attenti al punto di frenata, per evitare di arrivare addosso al pilota che vi precede, come fece Vettel con Bottas proprio alla gara inaugurale.

Dopo una piccola curva verso sinistra, si arriva in un punto fondamentale, la variante delle curve 3 – 4 – 5, con una larghezza notevole, che consente a numerosi piloti di poter rischiare il sorpasso, ma stando attenti a non esagerare nello schiacciare il piede sull’acceleratore, visto che in uscita di curva 5, si va verso la 6, con raggio stretto dove la deportanza fa la differenza, specialmente perché è fondamentale per uscire bene da curva 7 tagliando il cordolo e focalizzarsi sulla prima parte del lunghissimo rettilineo che rende questo circuito uno dei più veloci del calendario.

Proprio in mezzo al rettilineo è situata una cichane sinistra – destra – sinistra, che offre un buon spunto per il sorpasso sia in ingresso che in uscita, come ha fatto Ricciardo sempre nel 2018, sfortunatamente penalizzato in quanto ha ecceduto sui limiti della pista dopo aver superato altri due avversari.

Subito dopo la seconda parte del rettilineo si arriva sul tratto finale del circuito, il più guidato, con la lunga curva verso destra che porta ad un tornante nella stessa direzione, che stringe sul finale. Dopo la sequenza di curva 12 – 13, si arriva alla variante finale, con una curva verso sinistra che bisogna prendere molto stretta, per poter aver il vantaggio di una traiettoria perfetta per l’ultima curva che, essendo stretta e molto lenta, non permette di effettuarla utilizzando tutta la traiettoria interna. Se volete comunque provarci, chiedete a Charles Leclerc per approfondimenti.

In conclusione, il tracciato è abbastanza divertente da guidare, con una grande varietà di curve, che saranno divertenti da percorrere, grazie al nuovo asfalto.

Già, l’asfalto. Una componente che copre il 99% della superficie dell’impianto, con il restante 1% utilizzato dal Suddetto tratto dei box. Un fattore che rende le gare poco entusiasmante e che non complica la vita ai piloti, che si limitano ad allargare la traiettoria, con poche conseguenze.

Quello che si chiede da sempre all’organizzazione del Gran Premio è l’utilizzo di ghiaia e erba sintetica, che potrebbe dare quel “pizzico” di spettacolo che da sempre ha reso le gare divertenti oltre che sicure, visto che sempre nel 2018, Marcus Ericsson , fu vittima di un brutto incidente, dopo essere scivolato via dal tracciato ed aver impattato a forte velocità contro le barriere, che hanno danneggiato l’auto e fatta incendiare.

In questo caso però non chiedete approfondimenti all’ ex pilota Alfa Romeo, perchè sta ancora pensando che quel calore, derivava da un barbecue acceso sul campeggio accanto alla pista.

Di Claudio Boscolo

Appassionato di endurance da quando ho memoria, innamorato perso della Panoz Esperante e nostalgico della Jordan e della Jaguar in Formula 1. Cantastorie di piloti e di gare, all'occorrenza team principal dell'ItalianWheels Racing Team.

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