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A cura di Giuseppe Di Florio.

Da grande appassionato del marchio Lamborghini ho deciso di guardare il nuovo docu-film sulla storia di Ferruccio Lamborghini, curioso di verificare le tante recensioni negative.

È sempre un rischio scomodare mostri sacri dell’automobilismo, anche se ho sempre apprezzato l’idea di far arrivare sui grandi schermi il mondo del motorsport, troppo spesso ignorato.

Inizio il racconto dai titoli di coda, dove viene esplicitamente comunicato che la narrazione è stata romanzata. Forse era meglio mettere la nota all’inizio così da abbassare le alte aspettative.

Dopo dieci minuti di visione il film aveva già preso una brutta piega.

Le auto senza targhe in strada pubblica.

Questa è una delle prime scene, ripresa più volte durante il corso della narrazione, dove Ferruccio e Enzo Ferrari si sfidano testa a testa ad indicare la loro rivalità (con molta fantasia). Vengono inseriti suoni di sgommate con rombi di motore non inerenti alle due auto. La Ferrari Mondial adottava un motore V8 di 2926 cm³ da 214 CV con una velocità massima di 220 km/h. La Countach LP5000S usata nella scena (prodotta dal 1982 al 1985) aveva un V12 di di 4.754 cm³ che sviluppava 375 CV per una velocità massima di 290 km/h. Indovinate un po’ chi vince? La Ferrari…

Dopo una breve introduzione dei personaggi, Ferruccio ed un compagno meccanico, corrono la gara “Terra dei Motori” sulla Fiat Barchetta Sport elaborata. Passato l’errore di doppiaggio dove sono scambiati i centimetri cubi con i cavalli, troviamo come avversari una Porsche 356 Speedster e un Mercedes 190 SL, presentate sicuramente dopo il 1948. Errori gravi, tralasciando le scene a bassa velocità stile scampagnata della domenica.

Terra dei Motori in alternativa alla Mille Miglia.

Dopo circa 30 minuti inizia la narrazione sulla produzione del primo trattore Lamborghini, interrotta poco dopo dalla nascita del figlio e dalla scomparsa della moglie. Ferruccio “tradisce” il compagno meccanico e gossip a parte, nasce la vera e propria azienda. Da qui segue il teatrino con Enzo davanti la sede Ferrari, che presenta un cartellone con slogan inglese. Durante la lista delle Ferrari si sente 250 Baionetta, anche qui doppiaggio errato.

Lamborghini inizia a produrre auto e si arriva alla scena della presentazione a Ginevra. Peccato che la prima auto presentata non fu la 350 GT, ma il prototipo 350 GTV un anno prima a Torino, disegnata da Scaglione. La 350 GT è stata rifinita da Superleggera Touring. È possibile ammirarla nel museo a Sant’Agata Bolognese, seguirà un articolo dedicato con tutte le vetture esposte.

Oltre la carenza di auto, mancano anche i personaggi cardine della storia Lamborghini, è inaccettabile non nominare Paolo Stanzani e Marcello Gandini. La Miura compare pochi minuti ed è presente sulla copertina del docu-film. Viene disegnata su un fazzoletto in un attimo, ed ovviamente anche qui abbiamo un sound errato. Scena finale: Ferruccio guida contromano.

Ho tralasciato il brindisi con il caffè e altri luoghi comuni sull’Italia, dall’accento alle personalità degli attori.

In conclusione non consiglio la visione, anche se di breve durata. Tanta superficialità che va bene per le chiacchiere da bar, non per gli appassionati che vivono e respirano il mondo dei motori.

Non perdete l’articolo sulla nostra visita al museo!

Di Giuseppe Di Florio

Ingegnere meccanico in ambito metalmeccanico. Appassionato di motorsport fin da piccolo, ho lavorato in formula SAE come dinamico del veicolo e successivamente nel Campionato Italiano Rally Terra. Sono entrato nella famiglia di ItalianWheels.net nel novembre 2021 come redattore e social media manager.

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