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A cura di Claudio Boscolo.

Messico e nuvole, Messico, rivelazioni e conferme questo è stato lo spettacolo regalato dalla cornice centro americana.

Il fulcro di questa disamina risiede interamente nella prima decina di giri dove abbiamo assistito a due episodi molto, molto eloquenti.

Giro 1: il sior Bottas, in maniera contraria alla logica di team anziché proteggere la staccata nei confronti del rivale in Red Bull preferisce chiudere il proprio compagno di squadra Lewis Hamilton mettendo quest’ultimo in uno stato mentale poco piacevole nei primi giri.

Fast farward attorno alla decina di giri quando il grande ed irreprensibile muretto Alfa-Sauber decide che il buon Giovinazzi nazionale sta performando troppo bene e quindi occorre fargli abbassare la cresta e buttarlo nelle retrovie, così de botto.

Un pit stop inutile, un undercut(?) di dubbio gusto che relega il povero ed incolpevole pilota di Martina Franca dietro a Ricciardo e Bottas, andati a contatto appena dopo il via.

Data questa situazione di sabotaggio pressochè sistematico da parte della squadra di Vasseur lo sfogo via radio di Antonio è più che comprensibile nonché giustificabile.

Il comportamento della scuderia Svizzera sta continuamente dando prova di scarsissima professionalità e assoluta mancanza di rispetto nei confronti del materiale umano.

Ormai è chiaro che il destino di Giovinazzi sia lontano dalla vettura con il biscione sulla fiancata e che ormai sia totalmente inviso all’ambiente dato il totale disinteresse di Ferrari e la mancanza di sponsor.

Per quanto io sia sempre stato critico nei confronti del pilota di Martina Franca non posso che provare grande fastidio per quello a cui ho assistito nell’arco di tutto il campionato.

Il sabotaggio sistematico nei confronti di un pilota che rischia la vita per i tuoi colori non può essere tollerato e fa ancora più male vedere quanto Giovi voglia restare attaccato al proprio sedile e il proprio team gli remi costantemente contro.

Per subire un trattamento del genere forse vale la pena cercare la gloria in altre categorie e togliersi soddisfazioni degne di nota.

Però adesso vorrei tornare al giro numero 1 perché anche il sior Valtteri merita il suo spazio.

Signori e signore, siamo davanti al più grande inside job della F1 moderna.

Ogni occasione è buona per ribadire il proprio peso specifico all’interno di Mercedes, ogni occasione per mettere in difficoltà il proprio compagno di squadra in maniera diretta ed indiretta sembra la norma.

La vendetta per anni di servizi ed inchini al pluricampione inglese vuole essere servita.

Bottas rischia di essere la scheggia impazzita, il vero ago della bilancia del campionato, colui che può fare da uomo in più per Red Bull.

Due piloti estremamente diversi, Giovi e Valtteri uniti dalle due facce della stessa medaglia: avere il proprio team come nemico.

Il finale di stagione si preannuncia davvero pirotecnico.

Di Claudio Boscolo

Appassionato di endurance da quando ho memoria, innamorato perso della Panoz Esperante e nostalgico della Jordan e della Jaguar in Formula 1. Cantastorie di piloti e di gare, all'occorrenza team principal dell'ItalianWheels Racing Team.

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