A cura di Claudio BoscoloAndrea Paghini e Matteo Cati.

Domenica 6 gennaio, la sveglia rimbalza nelle orecchie presto.

C’è una gara da seguire.

E che gara.

La prima endurance della Befana legata alle Legend Cars.

Noi di ItalianWheels.net siamo stati gentilmente ospitati dal circuito di Castelletto per poter seguire e apprezzare al meglio questa 2 ore.

Veniamo accolti molto calorosamente da subito e affidati alle cure di Denis, fotografo e social manager del circuito.

Ci viene gentilmente data la possibilità di accedere al garage dove sono tenute le belve in scalpitante attesa di mordere l’asfalto.

Il parco vetture è decisamente notevole.

Si vede che pian piano il movimento Legend sta prendendo piede anche in Italia, finalmente.

Si tratta sì di vetture low cost ma che non tolgono nulla al divertimento (e di questi aspetti, soprattutto del lato tecnico ne parleremo più dettagliatamente in un articolo a parte).

Anzi.

Prendiamo, dopo il primo assaggio fotografico, contatto con la pista e ci sistemiamo nella nostra postazione con vista sul tornante, appena dopo il traguardo.

Già nei giri di ricognizioni il rombo delle 4 cilindri è decisamente appagante e da subito si vede la vera natura di queste vetture.

Divertimento al potere.

Le vetture si preparano per lo start e il loro ruggito fa intendere che, in questa gara, di prigionieri non se ne faranno.

Al via le vetture sfilano senza intoppi e da subito iniziano le prime battaglie.


I primi 20 minuti trascorrono senza nemmeno accorgersi tanto intensa è l’azione in pista e si arriva così al cambio vettura ed equipaggio.

Qui si iniziano a tirare le prime somme tra chi ha preferito fare stint più lunghi in vero stile endurance e chi ha interpretato diversamente andando sempre aggressivi e mantenendo una condotta di gara sprint.

Questa differenza di interpretazione ha portato ad avvicendamenti in testa e a sorpassi di vera classe soprattutto vicino alla nostra postazione.

Tra staccate al limite con ruote fumanti, qualche giravolta su stessi e pregevoli “spazzolate” in curva si scollina la prima ora di gara.

Le temperature si fanno più clementi e le vetture riescono a performare meglio.

Il canovaccio della gara non cambia e, mano a mano che le gomme si consumano, aumenta il divertimento.

Le “sbandate controllate” diventano quasi la prassi per il divertimento di chi, come noi, è in posizione di osservatore e chi, dentro all’abitacolo, si sta decisamente godendo le sensazioni dategli dalla vettura.

Si giunge così alla bandiera a scacchi di una gara combattuta, godibilissima e soprattutto immediata, diretta e sincera.

Proprio qui sta la chiave del successo: semplicità.

Niente regole folli, niente esasperazione aerodinamica, niente costi folli per sostenere una stagione.

Semplice, diretto ed immediato.

Motori che rombano da motori e non da aspirapolveri, ruote fumanti e tanta adrenalina.

Forse bisognerebbe ripensare il motorsport e prendere, quello delle Legend, come un punto di riferimento per far ripartire la cultura motoristica, soprattutto qua in Italia.

Di Claudio Boscolo

Appassionato di endurance da quando ho memoria, innamorato perso della Panoz Esperante e nostalgico della Jordan e della Jaguar in Formula 1. Cantastorie di piloti e di gare, all'occorrenza team principal dell'ItalianWheels Racing Team.

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