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A cura di Claudio Boscolo.

Siamo di fronte ad una stagione folle, una di quelle che riesce a far divertire persino a Sochi.

Gara folle, pazza, matta persino, che ha regalato delle rimonte fuori di testa e poi sparigliato le carte così de botto, senza senso.

Quel che ci lascia il gran premio russo sono considerazioni importanti.

Su tutte è chiaro che il futuro del Regno Unito in F1 è saldo e brillante.

Lando Norris e George Russell sono due autentici fuoriclasse capaci di esprimere grande sensibilità in qualifica e fare cose strepitose in gara (giusto per rispondere alle pagelline di Terruzzi, George è partito P3 con una Williams ed è stato fino al pit in terza piazza tenendo dietro Mercedes, McLaren ed Aston senza commettere sbavature, chiudendo comunque a punti. Solo questo lo dovrebbe rendere viabile per un bel voto).

Se è pur vero che Hamilton ha raccolto la vittoria numero 100, d’altro canto bisogna elogiare in maniera consistente il muretto e le scelte strategiche nelle concitatissime fasi finali di gara che hanno permesso al pilota anglo-caraibico di andare in tripla cifra alla voce vittorie.

Quando non arriva il pilota, arriva il muretto e soprattutto la chiave è stata semplice: un pilota che sa quando contestare un ordine e quando invece seguirlo.

Il grande merito di Lewis è stato nella maturità e nel tempismo cosa che è mancata al connazionale Norris.

Il volo di Icaro, appunto, dove anziché il sole è stata la pioggia a sciogliere le ali di cera del pilota McLaren.

Troppa la tentazione di lanciare la moneta e provare a raccogliere la vittoria senza pittare, troppa la paura di perdere una prima posizione così ben meritata.

Troppa anche la spocchia, ad essere sinceri.

Già questo aspetto di Lando si è ben palesato nello scorso appuntamento a Monza, dove insistentemente reclamava una posizione su Ricciardo senza base alcuna.

In gara a Sochi ci è ricascato: prima contestando la richiesta del proprio team di rientrare e poi davanti ai microfoni non prendendosi totalmente le responsabilità della scelta, anzi, rinfacciandola quasi al team.

Vero, Lando è poco più che ventenne, tuttavia è lecito aspettarsi atteggiamenti ben diversi e più maturi, non è più un rookie dopotutto.

Per il salto di qualità serve una crescita importante soprattutto nella gestione emotiva in gara.

Il raffronto con Hamilton è stato sicuramente una lezione dura e qualcosa da cui si può imparare solo se Norris avrà l’umiltà di capire dove abbia sbagliato.

Chi invece ha azzeccato tutto, cambio della PU compreso, è stato Verstappen capace di massimizzare le occasioni avute e soprattutto lettura di gara impeccabile negli ultimi giri issandosi nella seconda piazza.

Limitare i danni e rimontare, cosa che a casa Leclerc sono riusciti a fare in parte.

Bellissima la rimonta del monegasco, confortante vederlo tenere il passo di Max in certe fasi, tuttavia peccato per le indecisioni sul rientro con la pioggia.

Muretto Ferrari a due facce? Non solo.

La lettura in gara dei piloti è stata chiave.

Bravissimo Carlos ad afferrare la prima occasione utile per raggiungere la pit lane e cambiare le calzature prendendosi un meritatissimo podio (alla faccia della P5 paventata dall’ingegnere di pista) senza sbavature e avendoci fatto sognare qualcosa di più grande per diversi giri.

A proposito di sognare qua occorre dedicare due piccole parentesi ad un imperituro Alonso e a Vettel.

Nando sembra star vivendo una seconda giovinezza e siamo di fronte ad un pilota con una combattività ed una ferocia che non gli si vedeva da tempo.

Per quanto riguarda Seb (al netto della gara rovinatagli in parte dal compagno di squadra) dobbiamo elogiare lo splendido duello nella parte iniziale di gara contro Leclerc con quest’ultimo messo a sedere un paio di volte con classe e pulizia. Seb lontano parente del sé stesso di 12 mesi fa?

Parlando di vecchie glorie impossibile non nominare Kimi: dopo 2 gare di stop, Covid-19 alle spalle e subito season best con una ottava piazza da applausi dopo una gara a ridosso della top 10.

Sempre in Alfa l’altra faccia della medaglia con Giovinazzi disastroso in qualifica, addirittura dietro la Haas di Mick e mai in gara anche per colpa di un malfunzionamento della radio dopo il primo giro che ha compromesso una possibile rimonta.

Se il futuro in F1 deve essere un calvario del genere forse vale la pena guardarsi in giro.

Ci lasciamo però con una considerazione tutto fuorché scontata: anche Sochi può far divertire.

Di Claudio Boscolo

Appassionato di endurance da quando ho memoria, innamorato perso della Panoz Esperante e nostalgico della Jordan e della Jaguar in Formula 1. Cantastorie di piloti e di gare, all'occorrenza team principal dell'ItalianWheels Racing Team.

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