A cura di Sebastiano Aulino.

Mancano meno di 48 ore al weekend sul circuito cittadino di Baku, sede del Gran Premio dell’Azerbaigian, e vogliamo illustrarvi il circuito seguendo gli incidenti più eclatanti che hanno reso ogni gara spettacolare e ricca di imprevisti.

Cominciamo con il Rettilineo, dove le auto arrivano a sfiorare i 340 km/h utilizzando scia e DRS spalancato, lungo poco più di 2 chilometri, che ci ha fatto assistere in arrivi al photo finish e duelli incredibili, proprio come quello tra i due “tori” Max Verstappen e Daniel Ricciardo, che dopo un duello che perdurava da qualche giro, hanno deciso di autoeliminarsi, con l’olandese che dopo essersi messo davanti al compagno decide di chiudergli la porta e frenandogli davanti, rendendo impossibile a Daniel ogni azione per evitare il contatto.

Subito dopo le prime due curve a sinistra, si apre un lungo rettilineo che ospita la seconda zona DRS dove anche qui si hanno buone chance di sorpasso, ma bisogna stare attenti a non forzare la staccata perchè il circuito non ammette errori, pertanto se si capisce di non poter raggiungere la corda è meglio andare dritto lungo la via di fuga. Proprio come Daniel Ricciardo che ancora una volta si rende protagonista di un incidente tanto prevedibile quanto assurdo.

Dopo essere arrivato lungo dopo un sorpasso su Daniil Kviat ed essendoselo portato dietro, cercando di ritornare in pista effettuato una retromarcia. Peccato però che in piena traiettoria ci fosse lo sfortunato russo, che viene centrato in pieno dal’auto dell’australiano. Consiglio a Ricciardo di acquistare su AliExpress un kit per park assist da installare sulla sua McLaren.

Dopo una serie di sinistra-destra con angolo di 90 gradi, si arriva alla curva più temuta: l’ingresso nella Città Vecchia, caratterizzato dalle curve 8-9-10 che hanno una larghezza di circa 7 metri, inferiore a qualsiasi altro circuito, anche alla Rascasse di Montecarlo, con la differenza che nel circuito azero il margine di errore deve essere pari o inferiore a zero.

Molti piloti lì hanno rischiato di piantare la propria auto all’ingresso, come Charles Leclerc che nel 2019 distrusse la sua SF90 nelle qualifiche, partendo dalle retrovie.

Dopo aver superato questo imbuto, i sopravvissuti possono liberare la potenza delle loro auto attraverso una serie di curve a sinistra che si affrontano a 200 km/h, per poi arrivare alla curva più stretta della sequenza, dove si conclude il secondo settore. Ultima curva, fondamentale in questo tracciato per poter ottenere il miglior tempo è la curva 16, dove da lì in poi bisogna spingere attraverso una velocissima chicane che immette sul rettilineo del traguardo.

In conclusione ci troviamo in un tracciato che può essere definito un ibrido tra un cittadino e un autodromo, con curve veloci e lente, caratterizzate dall’angolo retto che identificate gli incroci stradali e dai tratti veloci di un autodromo. La differenza sostanziale con un circuito come Monaco è sicuramente la conformazione del territorio, con una strada costiera del tracciato monegasco e una città moderna come quella del paese alle porte del Vecchio Continente.

Perciò non ci resta che sederci comodi e ammirare lo spettacolo della Formula Uno, sperando che i piloti abbiano letto questo articolo su come NON si guida a Baku.

Di Claudio Boscolo

Appassionato di endurance da quando ho memoria, innamorato perso della Panoz Esperante e nostalgico della Jordan e della Jaguar in Formula 1. Cantastorie di piloti e di gare, all'occorrenza team principal dell'ItalianWheels Racing Team.

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