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A cura di Alessandro Rizzuti.

Il già tre volte vincitore della Indy 500 raggiunge il record di vittorie assoluto di A. J. Foyt, Al Unser Sr. E Rick Mears.

Problemi prima del via per Will Power che è costretto a partire dal fondo, mentre Veekay si prende la prima posizione al via dopo aver superato Herta e Dixon. Come ogni Indy500, l’obiettivo dei primi giri è risparmiare è sopravvivere, qualcosa che Stefan Wilson sembra non aver capito, schiantandosi all’entrata dei box al giro 34. Al dramma della caution si aggiunge la tragedia: a causa della pitlane chiusa Dixon e Rossi finiscono la benzina, causando il blocco del motore. I due piloti avevano in programma di fermarsi al giro successivo, ma a causa di questo problema rientrano in pista doppiati.

Dopo una lunga caution la ripartenza vede un aggressivissimo Connor Daly, che macina posizioni fino a prendersi la testa della corsa, con una nuova stabilizzazione delle posizioni in vista del finale di gara. La seconda e ultima caution di gara è causata al giro 114 da un meccanico di Graham Rahal, che non ha avvitato la gomma posteriore sinistra causandone il distacco alla seconda curva parabolica. La macchina si schianta contro il muro, mentre la gomma finisce contro l’aeroscreen di Daly sparandola nella stratosfera, fortunatamente senza conseguenze per il pilota e per il pubblico.

Alla ripartenza è di nuovo lotta serrata, stavolta tra Castroneves e Palou, e stavolta fino a fine gara. I 70 giri di sorpassi e controsorpassi sono stati punteggiati da altri episodi particolari ai box. Prima Will Power e poi  Simona de Silvestro vanno in testacoda durante l’approccio alla piazzola di sosta, fortunatamente senza incidenti. Gli ultimi 10 giri hanno visto la possibilità di vincere per Felix Rosenqviste Takuma Sato, davanti di una ventina di secondi ma con una sosta in meno. Le speranze di replicare la vittoria di Rossi nel 2016, ma alla fine la benzina per loro è finita e sono stati costretti a fermarsi. Alla fine nel duello di scie la spunta il vecchio lupo brasiliano, conquistando la sua quarta vittoria a Indianapolis in carriera. Alex Palou finisce secondo e Simon Pagenaud terzo, dopo un sorpasso all’ultimo su Pato O’Ward.

Di Alessandro Rizzuti

Laureato in storia e bassista metal a tempo perso, fermamente convinto che sotto le sei ore si parla di gare sprint. Ogni tanto faccio qualche articolo ironico, sperando di essere divertente almeno su internet.

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