Come annunciato dal gruppo Mercedes, a partire dal mese di aprile il mercato dell’automotive dà ufficialmente addio alla Smart ForTwo.

La piccola tedesca, dopo 26 anni di onorato servizio, non è più nei piani del gruppo della Stella a tre punte, così come non lo era più la sorella ForFour, uscita di scena già qualche mese fa.

Amata da chi la vita la vive tra viottoli e stradine del centro città, meno amata da chi se ne ritrova una davanti durante la ricerca di un parcheggio durata magari mezz’ora. La Smart è di sicuro un prodotto iconico in Europa e in Italia.

La regina dei parcheggi, la si può infilare ovunque. Grazie alla sua lunghezza al di sotto dei 3 metri, si posteggia agilmente in posti impensabili ai più.

Questa caratteristica è stata particolarmente apprezzata dagli italiani, maestri del parcheggio arrangiato. Roma, difatti, ne è piena. La Capitale fin dal suo ingresso in produzione nel 1998 è satura di Smart ForTwo e dei suoi “parcheggi di taglio“.

Pesa parecchio dire “Addio Smart ForTwo”, e ora capiamo il perchè.

La prima serie (in foto sopra) fu prodotta proprio a partire dal 1998. Il codice identificativo per questo modello era W450, proprio in stile Mercedes.

A listino, però, il nome “ForTwo” non figurava: “Smart” (Swatch-Mercedes Art) era il nome del modello, mentre il marchio era MCC.

La denominazione ForTwo arrivò infatti solo nel 2004, quando l’allora MCC Smart venne affiancata da una sorella 4 posti, la ForFour.

I motori adottati inizialmente furono entrambi 599cm³ turbobenzina, da 45 o 55cv. Motore e trazione erano posteriori, una configurazione inusuale per l’epoca. Il cambio, un sequenziale a 6 rapporti, chiamato “softip”. Aveva anche la possibilità di essere impostato in automatico, e diventare quindi “softouch”.

Nel 1999 arrivò anche la Smart CDI, con un 799cm³ turbodiesel da 40cv. Non velocissima, ma molto economica nei consumi: difatti contribuì moltissimo alla popolarità della piccola Segmento A.

Nel 2001 la Smart era così popolare da attirare l’attenzione di Brabus, casa che da ormai decenni proponeva versioni “spinte” delle Mercedes di serie. Il risultato fu un aumento della potenza del 799cm³ diesel da 40 a 75cv per la versione base e 101cv per la Brabus 101, uscita nel 2005.

Pensionata la W450, nel 2007 venne introdotta la sua sostituta: la W451.

Una linea più giovane e una carrozzeria più lunga. Nonostante i 20cm in più, però, la lunghezza di 270cm restò ben al di sotto dei 3 metri.

Le novità a livello meccanico non mancarono, come il nuovo cambio sequenziale a 5 rapporti con cambiate più rapide. Le più importanti riguardavano i propulsori a benzina. I 599cm³ Mercedes furono sostituiti da dei 999cm³ Mitsubishi, da 45 o 61cv in versione aspirata e da 84cv in versione turbo.

Fedele il diesel da 799cm³ della W450, portato però in versione base a 45cv fino al 2009 e 54cv dal 2009 al 2014. La versione Brabus invece abbandona il diesel per affidarsi anch’essa al turbobenzina Mitsubishi: 98cv di potenza fino al 2010, dove i cavalli diventano 102.

Novità assoluta fu la Smart ED, ovvero Electric-Drive. Motore prodotto da Tesla, 27cv per 135 km di autonomia e 100 km/h di velocità massima. L’aggiornamento del 2012 portò però la potenza a ben 74cv, con un incremento di 5 km sull’autonomia e di 20 km/h di punta.

Nel 2014, con la collaborazione tra Mercedes e Renault, arrivò anche la terza generazione di Smart ForTwo: la W453.

Venne ulteriormente ingrandita nelle dimensioni, non cambiando però la lunghezza di 270cm: aumentarono infatti larghezza, altezza e passo.

Anche la meccanica, ovviamente, venne rinnovata. Approdarono i propulsori Renault, di derivazione Twingo, da 1000cm³ aspirato capace di produrre 71cv e da 898cm³ turbo erogante 90cv.

Anche la trasmissione manuale a 5 rapporti o automatica a doppia frizione a 6 rapporti fu di derivazione Renault Twingo.

Nessuna traccia di propulsori diesel, mentre resta l’elettrico. La denominazione ED diventa EQ, la potenza sale ad 82cv e la velocità a 130 km/h, mentre l’autonomia arriva a 160 km.

Su questa base viene ideata anche la Smart E-Cup, un campionato (in foto sopra) composto solo da ForTwo EQ con “meccanica” di serie.

Dal 2020 la ForTwo EQ è rimasta l’unica ordinabile della gamma, con Smart che diventa il primo marchio del segmento ad abbandonare definitivamente i motori a combustione per passare all’elettrico.

Questo fino a febbraio 2024, quando la Smart ForTwo ha smesso di essere ordinabile.

Sinceramente, per quanto possa effettivamente stare antipatica per i motivi sopracitati, è stata il simbolo della praticità per oltre 20 anni! Capite perchè, come dicevo prima, pesa scrivere “Addio Smart ForTwo”? Dirle addio senza sapere ufficialmente se mai verrà rimpiazzata, ci intristisce e non poco.

Soprattutto perché crediamo che il mancato annuncio, almeno per il momento, di una sostituta dipenda dal fatto che una sostituta non ci sarà mai.

Smart, dopo l’avvento di Geely che possiede una grossa fetta delle quote del marchio, ha iniziato a sfornare crossover elettrici. In gamma ora ci sono #1 e #3, nessuna delle quali è classificabile come sostituta della ForTwo.

Staremo a vedere, ma non siamo speranzosi. Auf Wiedersehen, ForTwo…Addio Smart.

Di Cosimo D'Adamo

Appassionato delle auto in generale dal 1997, con una forte preferenza per le auto italiane.

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