A cura di Umberto Moioli.

I motori che non rombano più come dovrebbero, i piloti sempre più spaventati e privi di quello spirito indomito e ribelle che animava icone indimenticate come James Hunt o Gilles Villeneuve, l’avvento di quella porcheria degli Halo perché “Motorsport is dangerous” non è più qualcosa di cui andar fieri ma tutto il contrario, e ora… Ora ci privano anche delle ombrelline, da sempre non oggetto ma simbolo di bellezza e raffinatezza che, come lo ying e lo yang, si completavano con il loro opposto, uomini sporchi di grasso e di benzina, pronti a calare la visiera e darsi battaglia spesso in modo tutt’altro che raffinato. Un connubio perfetto che ai nuovi piani alti della Circus hanno deciso che non poteva più essere tollerato.

Questa pratica delle grid girls non è più consona con i valori del nostro marchio – afferma Liberty Media, che da un anno detiene i diritti della Formula 1 – ed è chiaramente in disaccordo con le regole di base della società moderna”.

Una decisione, questa, che non soltanto colpisce tutti noi appassionati, privandoci della vista di donne così belle ed “irraggiungibili”, ma al tempo stesso pure le tante ragazze che nei loro anni di massima bellezza vengono così private della libertà di poter esercitare una professione tutt’altro che oscena e deprecabile.

Rebecca Cooper, ormai ex-grid girl, tuona su Twitter, scagliandosi contro le femministe: “È accaduto l’inevitabile, le grid girls sono state bandite dalla Formula 1. E’ ridicolo che delle donne che dicono di lottare per i diritti delle donne decidano cosa debbano o non debbano fare le altre, impedendoci di fare un lavoro che amiamo e di cui siamo orgogliose”.

Gli fa eco Lauren-Jade Pope: “Queste femministe ci sono costate il lavoro! Ho fatto la grid girl per 8 anni e non mi sono mai sentita a disagio! Amo il mio lavoro e nessuno mi ha mai forzata a farlo! Era la nostra scelta!”.

Ancora una volta questa società “moderna”, così pudica, politicamente (s)corretta, così opprimente ed ottusa ci sta togliendo il gusto di qualsiasi cosa e la F1 ne è un chiaro esempio, un campionato che di anno in anno, di gara in gara, non fa altro che diventare sempre più una ridicola passerella per “V.I.P.” e finti importanti del jet-set che possono sfruttare il riflesso di quello che questo campionato ancora è grazie a coloro che questo Sport lo hanno creato e mitizzato, spesso e volentieri lasciando sull’altare del Dio della Velocità la propria vita. Lo chiamano “Circus”, il grande Circo. Ma stando ai valori di questa – così corretta – “società moderna”, i circhi andrebbero tutti chiusi e probabilmente è arrivato il tempo che anche la F1 lo sia.

Fortuna che il motorsport, quello vero, e le sue grid girls, esiste ancora e non porta il nome di Formula 1.

Di Umberto Moioli

Appassionato di roba veloce (purché non a propulsione elettrica), motorsport e street racing anni '90. Ho aperto ItalianWheels.net tanti anni fa per parlare di gare, auto e moto sportive e raccontare la poetica della guida.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *