A cura di Umberto Moioli.

Infili le chiavi e la accendi. Il suono rauco del motore che si sveglia, la prima che ingrana, il rilascio della frizione e i giri che salgono. Fuori è notte fonda, la strada deserta e a sprazzi illuminata dai piloni della luce, invisibili ai nostri occhi mentre scorriamo frenetici nelle ore diurne ma guide per i nostri occhi quando sentiamo il bisogno di perderci per le strade, vagando senza meta alla ricerca del tutto e del niente.

Perché ci sono quelle notti in cui pensieri, le preoccupazioni, le ansie e le aspettative affollano così tanto la nostra testa da darci l’impressione di poter scoppiare da un momento all’altro. Ed ecco che c’è lei, la tua macchina, ferma ad aspetterti in garage, assopita ma in attesa di trascinarti ovunque la strada ti porti, mentre i paesaggi scorrono e con loro se ne vanno via anche i pensieri, lasciando spazio a quella meravigliosa sensazione di leggerezza e spensieratezza, così potente da ridare al mondo quella bellezza che non siamo più in grado di cogliere.

Il riflesso delle luci che delicatamente colpiscono i finestrini per poi scivolare via sulla carrozzeria, la radio che passa quella canzone che stavi solo aspettando, e allora tu alzi il volume, ne assapori la melodia, fai tue le parole del testo e con gli occhi persi all’orizzonte ti senti cullato curva dopo curva. Nessuno che da dietro, in preda all’isteria da ritardo, sfanali o che irriti con il suono del clacson. Davanti invece solo la strada, senza una fine, e la libertà di decidere se sbrigliare i cavalli del motore, spremendoli tutti fino all’ultimo, correndo più veloce del vento come per lasciarsi alle spalle se stessi, oppure liberi di impostare il cruise control, anche solo a cento all’ora, il finestrino abbassato che scompiglia i capelli, accendersi una sigaretta e godersi il semplice fatto di essere in movimento.

Perché ci sono quelle notti in cui non vuoi lasciarti indietro, quelle notti in cui non vuoi perdere quel te stesso prodotto da quel mondo artificiale che è la società, ma semplicemente vuoi ritrovarti e tornare a goderti la vita in quel preciso momento che chiamiamo presente.

E allora guida. Guida fino a che anche l’ultima goccia di benzina non sarà bruciata, guida senza chiederti dove stai andando o perché lo stai facendo, guida fino a che la tua playlist non sia arrivata alla fine e poi rincomincia da capo, guida cantando o rimanendo in silenzio, guida con un amico, con la ragazza o da solo, guida fino a che non vedrai il primo flebile raggio dell’alba e non preoccuparti, non angosciarti al pensiero che il giorno dopo sarai stanco, perché si ritrova più entusiasmo, energia e vitalità a riconciliarsi con se stessi piuttosto che andare semplicemente a dormire, come un atto meccanico, in previsione della sveglia del domani. E allora guida. Semplicemente, guida.

Di Umberto Moioli

Appassionato di roba veloce (purché non a propulsione elettrica), motorsport e street racing anni '90. Ho aperto ItalianWheels.net tanti anni fa per parlare di gare, auto e moto sportive e raccontare la poetica della guida.

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