A cura di Umberto Moioli.

Quando ieri mi arrivò la notizia che Valentino Rossi si era fratturato tibia e perone durante una sessione di enduro, la prima cosa che pensai riguardò immediatamente il punto a cui il Mondiale era arrivato, l’incredibile competizione che c’è quest’anno, il duro lavoro che il Campione di Tavullia non ha mai smesso di sottoporsi per essere a quasi 40 anni ancora a quei liveli da ventenne indiavolato ed affamato. Un duro, durissimo colpo per un Mondiale da enciclopedia del motociclismo, in cui per la prima volta dopo tanti anni ci sono (o meglio, c’erano) due italiani a giocarsi la vittoria. Un infortunio che proprio non ci voleva, specialmene alle porte di uno dei GP più attesi dell’intera Stagione, quello di Misano. Questo è, a grandi linee il pensiero che mi ha accompagnato quando sono andato a dormire ieri sera. Poi però…

Poi è arrivata questa mattina. Apri Facebook, dai un’occhiata generale, guardi un po’ quello che succede, quello che la gente scrive, ed ecco che iniziano a comparire a ripetizione post di gente che ha messo in vendita proprio i biglietti per il Gran Premio di Misano. Eh sì: “No Valentino, No Party”.

E allora, ecco che il pensiero torna a tutte quelle motivazioni per le quali lentamente negli ultimi anni ho perso via via l’interesse per il Motomondiale. Un bel po’ di tempo fa, infatti, quando un mio collega blogger (A.A.B.) scriveva “Finalmente, la MotoGP è finita”, ero solito non capire. Non lo comprendevo, non riuscivo a concepire come un appassionato genuino di motori e motorsport non vedesse l’ora di assistere allo sventolarsi della bandiera a scacchi di Valencia. Per quanto mi riguardava, quell’atto definiva l’inizio di un lungo periodo di assordante silenzio, un silenzio al quale non avrei mai voluto dare ascolto Poi iniziai a capire, ed oggi ho avuto la definitiva conferma che A.B. aveva profondamente ragione.

Perché purtroppo sono proprio tutti questi che hanno messo in vendita i biglietti di Misano, tifosi da stadio ed “appassionati” dell’ultimo minuto a comporre la stra grande maggioranza del seguito che la MotoGP ha. Persone che arrivano a chiedere ad un pilota del calibro di Luca Salvadori se “I punti che farà Zarco con la M1 di Rossi andranno a Rossi?”. Perché è questa la preoccupazione, se Valentino riuscirà a vincere quel tanto discusso 10° Mondiale. E se il Canarino non corre, bhe allora che ci vado a fare in autodromo? Importa a qualcuno che il nostro Andrea Dovizioso – mai così in forma – stia rischiando di vincere il suo Mondiale in sella ad una moto italiana? Ehi aspetta, Dovizioso? Moto italiana? Ah già, la Ducati, quella moto rossa su cui “Lorenzo g*y” sta facendo schifo. Ecco, sì esatto. Quella moto.

No amici, forse mi odierete, ma la verità è che forse – pur amandolo come pilota – mi godrò molto di più ora una gara di MotoGP senza Valentino, in cui l’attenzione sarà esclusivamente concentrata sulla gara e su i suoi protagonisti tutti. Perché, in fin dei conti, in quanti siamo stufi del becero tifo da stadio, dell’ignoranza senza limiti di certi “appassionati” o del dover vedere oscurata la prestazione di questo o quel pilota perché “Valentino ha fatto…”?

Di Umberto Moioli

Appassionato di roba veloce (purché non a propulsione elettrica), motorsport e street racing anni '90. Ho aperto ItalianWheels.net tanti anni fa per parlare di gare, auto e moto sportive e raccontare la poetica della guida.

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