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A cura di Umberto Moioli.

La storia dell’automobilismo sportivo è piena di vetture che hanno lasciato un segno indelebile e che mai potranno essere dimenticate: mi viene da pensare a macchine come La Ferrari F40 o la Lamborghini Countach, la McLaren F1 segnò una vera e propria rivoluzione nell’ambito delle hypercars e così fu per la Bugatti Veyron, vettura spaziale che aprì nella scorsa decate alla corsa agli “over 1000 cv” e alla gara dei 400 km/h per vetture targate. Ma la lista di vetture speciali è tanto lunga che potremmo parlarne per giorni; eppure, c’è una macchina – o per meglio dire, una serie – che compie oggi 20 anni e che ancora adesso è un modello di assoluto riferimento: stiamo parlando della Porsche 911 GT3.

La GT3 fece la propria prima apparizione nel 1999 con il modello denominato 966.1 GT3 che all’epoca vantava un motore aspirato 3.6L a 6 cilindri da 360 cv (ben 60 in più rispetto alla 996 Carrera) che prese il nome di “Mizger” dal nome del costruttore Hans Mizger ed una configurazione molto più corsaiola di quanto la Carrera non fosse mai stata: a partire dai sedili posteriori, agli stereo, all’aria condizionata e tanto altro, la nuova 966.1 GT3 faceva del “weight reduction” una ragione di vita e così tutti questi elementi furono eliminati e non vennero neppure compresi come optional a listino. In compenso invece fece la propria comparsa un’ala aerodinamica al posteriore che regalava qualche Kg in più di deportanza alla vettura di Stoccarda, sottolineando ancora di più il proprio DNA racing. Ma la spavalderia crucca non finiva qui e fu così che in Porsche avevano previsto a listino il pacchetto denomicato “ClubSport” (la cui richiesta non prevedeva alcun costo aggiuntivo) che comprendeva un roll-bar, sedili a guscio regolabili a mano, cinture a 6 punte, un volano monomassa e l’estintore come sulle vere auto da corsa.

Fu così che Porsche aveva definitivamente reso stradabile una vera e propria vettura da corsa, pronta per massacrare tra le strade di montagna e tra i circuiti di tutto il mondo gli altri facoltosi proprietari di supercar che all’epoca vantavano auto dalle grosse potenze ma anche troppo pesanti per competere contro la piccola mangia-crauti. La tranquilla borghesia di paese faceva fatica a comprendere come fosse possibile pagare ancora più soldi una macchina sulla quale veniva offerta la formula “less comfort is better” e nella quale invece era presente il servizio sauna gratuito, ma a cruccolandia ci avevano visto lungo e questa volta non sarebbe finita come l’Operazione Barbarossa. Al grido perciò di “Deutschland uber alles”, dopo aver ulteriormente aggiornato e reso ancor più performante la GT3 ora nella sua versione 996.2, all’ufficio marketing di Stoccarda arrivò la brillante idea di chiamare il Rally Hall of Famer Walter Rohrl e di cronometrarlo al volante della GT3 niente meno che al caro e vecchio Inferno Verde, il leggendario Nurburgring Nordschleife, dove la GT3 arrivò a chiudere il suo giro più veloce in appena 7 minuti e 56 secondi. Il risultato fece scalpore proprio perché si trattatava di una macchina con targa, frecce e fari e diede fondamentalmente inizio ad un fenomeno di isteria generale tra gli uffici marketing di tutto il mondo automotive che ora necessitano come aria da respirare il record al Ring della propria auto da pubblicizzare. Passano appena quattro anni dalla messa in produzione della 996.1 GT3 che dalla Germania si prepara a fare il proprio debutto una versione ancora più estrema e orientata alla pista della GT3, la GT3 RS (dove RS sta per “RennSport” o “Racing Sport” nella versione inglese): ulteriormente alleggerita grazie al nuovo cofano in carbonio, l’ala poseriore anch’essa in carbonio ed altre finezze e facendo sfoggio dei nuovi freni carboceramici, la 996.2 GT3 RS ora vantava 380 cv ed una top-speed di oltre 300 km/h. A Stoccarda avevano capito che la GT3 era una versione estrema, ma che dovessero mettere a listino qualcosa di ancor più cazzuto e racing e fu così che la 996.2 GT3 RS, prima della sua specie, aprì le porte ad un segmento che mai come adesso poteva soddisfare le esigenze dei clienti più sportivi che trovano così in Porsche l’unico costruttore dal quale poter comprare una vera vettura da corsa ad un prezzo infinitamente inferiore ai 665.000 € richiesti da Ferrari per ognuno dei 399 limitatissimi esemplari della Enzo. Gli anni passano e, da bravi tedeschi senza un minimo di fantasia per la nomenclatura, la famiglia delle GT3  e delle GT3 RS prosegue nella sua stirpe con i modelli 997.1, 997.2, 991.1 e 991.2 (sì lo so, allucinante. ndr), e con esse si avvicendano varie modifiche: dall’introduzione del PDK al nuovo propulsore 4.0L che fece il proprio debutto sul modello 997.2 GT3 RS e che per la prima volta portava la gazzella tedesca alla ragguardevole soglia dei 500 cv. Arrivato il 2019, oggi la famiglia della 911 GT3 compie 20 anni, due decadi in cui la vettura di Stoccarda ha regalato performance, successi in pista con le sue versioni GT3 Cup ed RSR nei Campionati di tutto il mondo e soprattutto l’estremo piacere di guida sulle strade di tutti i giorni per una schiera di fedelissimi appassionati di un marchio che nonostante una società che non smette di cambiare (in negativo, ndr) è rimasto fedele a se stesso e soprattutto fedele ai propri clienti e piloti, continuando anno dopo anno a farla cantare sulla soglia dei maleducatissimi 9000 giri e a rendere ancora più corsaiola una vettura che non farei minimamente fatica a prediligere se avessi scelta libera tra lei, la Huracan, la 488 e la 570s.

Buon compleanno cara 911 GT3, ti auguro altrettanti di questi gloriosi anni, con la speranza che prima o poi riuscirò a farti mia.

Di Umberto Moioli

Appassionato di roba veloce (purché non a propulsione elettrica), motorsport e street racing anni '90. Ho aperto ItalianWheels.net tanti anni fa per parlare di gare, auto e moto sportive e raccontare la poetica della guida.

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