A 12 anni dall’uscita (in Italia) della pellicola “Need For Speed”, andiamo ad analizzare le auto protagoniste del film.
Come ogni film sulle auto che si rispetti, anche Need For Speed ha un parco auto di tutto rispetto.
Dalle vecchie muscle car iniziali, come la Gran Torino del ’69 e la Camaro del ’68, a vere e proprie hypercar moderne.
Ma quando dico vere e proprie… Ok, andiamo con ordine.
Shelby Mustang GT500

La protagonista del film è indubbiamente lei.
Una vera Mustang Shelby GT500, l’ultima creazione di Carroll Shelby in persona, prima della sua dipartita.
Qui, i produttori non si sono del tutto risparmiati: certo, nelle scene stunt dove questa povera muscle car veniva maltrattata o, purtroppo, distrutta, al suo posto c’erano delle “semplici” Ford Mustang.
Ma nelle scene da ferma o riprese a bassa velocità, sul campo è scesa la vera Shelby GT500.
Le hypercar del De Leon

La trama del film, e qui occhio agli spoiler (anche se, dopo 12 anni, dovreste averlo visto almeno 2 o 3 volte), tra amori per strada, fratelli defunti e figli di papà con la coscienza sporca, porta ad una gara finale in pieno stile Need For Speed, chiamata De Leon.
In questa gara, partecipano 6 hypercar, con l’obiettivo finale di vincere le vetture degli altri partecipanti.
Dino Brewster, il figlio di papà con la coscienza sporca di cui parlavamo prima, si presenterà con una bella Lamborghini Sesto Elemento.
Tobey Marshall, il protagonista del film, con una Koenigsegg Agera R.
A fargli compagnia, una Bugatti Veyron Super Sport, una GTA Spano, una McLaren P1 ed una Saleen S7.

Un “cast” così di spicco sarebbe però troppo dispendioso, perfino per la gente di Hollywood.
La soluzione migliore? Product placement!
Le case automobilistiche, però, non amano vedere i propri prodotti andare distrutti.
Specie se ognuna di esse costa circa 1 milione di dollari.
E allora che si fa? Beh semplice, si chiede aiuto a quei matti di Race Car Replicas.

Il lavoro svolto è tanto semplice quanto geniale: 15 telai funzionanti e guidabili, tutti su base Superlite SL-C.
La carrozzeria in vetroresina, replicante il modello di hypercar scelto, era a tutti gli effetti l’unica differenza tra i 15 muletti.
Il resto, dalle sospensioni, ai freni, allo sterzo, rimaneva uguale per tutte.
Anche il motore non faceva eccezione: Chevrolet LS-3 in abbinato ad un cambio sequenziale Porsche.

Le camera-car, basate sullo stesso modello di muletto, avevano un cambio automatico, per facilitare il compito dei piloti.
L’utilizzo delle stesse componenti per tutte le vetture aveva, oltre alla riduzione dei costi, un obiettivo ben preciso: la “donazione di organi”.
Alcuni di quei muletti sono infatti andati distrutti durante le riprese, per esigenze di trama.
Avendo però tutti i pezzi uguali, le auto “defunte” potevano donare motore, cambio o altre componenti rimaste intatte ad altri muletti che ne necessitavano.

Sì ma, tutto questo lavoro, parti meccaniche, carrozzerie in vetroresina… Quanto sono costate?
Il prezzo per ogni muletto completo si aggirava intorno ai 100.000 dollari, che moltiplicato per i 15 muletti realizzati porta ad un milione e mezzo di dollari.
Meno di una singola Sesto Elemento, praticamente.
