Tra un super Max Verstappen in versione aliena (già da sabato), una Ferrari fantasma che brancola nel buio ed un Imodium costato 20.000€ di multa al povero Sainz, non è comunque passata inosservata la magnifica prestazione di Andrea Kimi Antonelli.
Il talento del bolognese non è mai stato un mistero. Il quarto posto in rimonta dal sedicesimo sotto la pioggia australiana è una gemma pura, e dopo una gara quasi incolore, ma fisiologica, in terra cinese, in Giappone il caro Kimi nazionale ha dato un altro segnale importante.
A chi? Beh, agli inarrivabili esperti di Formula 1 che, da quando è stata annunciata la sua presenza da titolare per la Stella a tre punte per la stagione 2025, non hanno perso tempo a criticarne le capacità ed a sostenere che fosse “troppo giovane” per una F1.

E gliene diamo atto, effettivamente è giovane.
Talmente giovane da battere il record, precedentemente detenuto da un certo Max Verstappen, di più giovane pilota in testa ad una gara di Formula 1.
Il bolognese ha, infatti, allungato il primo stint su gomma media molto più del resto della griglia, pareggiando la strategia di Lewis Hamilton che però partiva con gomma dura.
Il risultato? Andrea Kimi Antonelli leader del Gran Premio del Giappone per 10 giri.

Ma non è tutto.
Al giro n.50, la Mercedes #12 firma il giro più veloce in gara, completando il tracciato di Suzuka in 1:30.965.
Questo gli vale non solo il giro più veloce mai segnato in gara sulla pista giapponese, ma anche il record come pilota più giovane ad ottenere un fastest lap, superando ancora una volta l’olandese della Red Bull.
Non male per un rookie, vero?

No, certo che no.
D’altronde, se a 18 anni, 7 mesi e 12 giorni guidi una Mercedes in F1, per volere di Toto Wolff in persona, il talento di sicuro non ti manca.
Ma noi italiani, si sa, siamo bravi a mettere pressione ai nostri atleti.
Lo facciamo coi calciatori, coi tennisti, con i piloti del Motomondiale ed anche la Formula 1 non è esente da questo trattamento.
E quest’anno, fin’ora, le soddisfazioni nel Circus vengono praticamente solo da lui.
La Scuderia di Maranello non ingrana, arranca e fatica, mentre quella di Faenza non ha mai avuto troppo risalto mediatico. Probabilmente perché a libro paga degli austriaci della Red Bull.
Ma non dobbiamo commettere il grave errore di caricare di pressioni inutili il povero Kimi.
Il ragazzo è giovane, è talentuoso e di tempo per esprimere al meglio le proprie capacità ne avrà. Pretendere troppo, pretenderlo in fretta, è inutile e pericoloso.
Il rischio è quello di “bruciare” il ragazzo, uno dei talenti più cristallini che il nostro Paese abbia mai avuto.
In sostanza, andateci piano con Kimi Antonelli: lasciatelo cucinare!