Una delle auto più chiacchierate di questo inizio 2025 è di sicuro la FIAT Grande Panda: l’abbiamo provata, vediamo com’è andata.
Il 29 e 30 marzo, nelle concessionarie FIAT, è stata messa a disposizione per test drive la nuova Grande Panda, il SUV crossover di segmento B della casa torinese.

Grazie alla concessionaria di Matera del Gruppo Maffei, che ringraziamo, siamo riusciti a provarne un esemplare totalmente elettrico.
Andiamo ad analizzarne i dati e la prova su strada.
GLI ESTERNI

La Grande Panda, nonostante il nome, non attacca la fascia di mercato delle precedenti Panda.
Come detto in precedenza, infatti, è un SUV crossover di segmento B: i suoi 399 cm di lunghezza la portano fuori dal segmento A, che per FIAT rimane occupato dalla Panda del 2011, ora chiamata Pandina.
L’eredità di mercato raccolta dalla Grande Panda è quella della Punto, ultima segmento B della casa torinese, uscita di produzione nel 2018 e, fino ad ora, mai rimpiazzata.

Il design, invece, è molto “Panda”.
Non quella del 2011, né quella del 2003. L’ispirazione è la primissima Panda, quella del 1980. Quella che fece innamorare, come direbbe Gabry Ponte, tutta l’Italia.
E devo ammettere di essermi ricreduto, nel corso del tempo. Perché quando ve ne parlai appena uscita, l’avevo aspramente criticata.
La forma dei fanali, anteriori e posteriori, ricorda tanto la Panda 141, con la “griglia” anteriore che viene in soccorso nel ricordo di questa immagine.

A proposito, la griglia anteriore nasconde una sorpresa: un cavo di ricarica a 7 kW, integrato e retrattile all’interno di uno sportellino.
Il suddetto sportellino è quindi dotato di doppia cerniera: una per l’apertura, l’altra per permettere allo sportellino di aprirsi completamente, andando a filo con il frontale della vettura.
Questo permette, in situazioni scomode, di poter ricaricare la macchina senza che lo sportellino intralci il cavo di ricarica.
Una vera genialata in pieno stile FIAT!

Certo, di FIAT c’è poco in questo progetto, ma quel poco che c’è si vede e tanto.
La cura dei dettagli è senza precedenti, come dimostra questo dettaglio a doppio riflesso: a seconda dell’angolazione da cui lo si guardi, si può osservare il logo FIAT attuale oppure quello del 1980.
Anche la scritta Panda, in rilievo sulle portiere, ricorda la scritta “Sisley” della famosa utilitaria 4×4 (che oggi, in condizioni decenti, costa quasi quanto una Grande Panda nuova).
Infine, i cerchi della versione “La Prima” (come l’esemplare che abbiamo provato), sono da 17″ hanno un design completamente nuovo.
Quelli della versione “RED” (che vedrete più avanti nella galleria a fine articolo) sono invece da 16″ e ricordano, nel design, i cerchi in ferro delle vecchie Panda.
GLI INTERNI

Negli interni, la somiglianza con la C3 che le fa da base c’è, ma quasi non si nota.
La posizione verticale delle bocchette laterali, la forma di quelle centrali, i comandi al volante e l’infotainment da 10,25 pollici sono le uniche cose in comune con la sorella francese.
Per il resto, il design è molto italiano e la qualità di materiali ed assemblaggi è di buon livello in alcuni punti, ma migliorabile in altri.
La seduta anteriore è comoda, i comandi sono tutti ben posizionati e facilmente raggiungibili, anche se non mi hanno convinto i comandi al volante lucidi: avrei preferito dei tasti alla vecchia maniera, meno soggetti all’effetto “ditata”.

Anche la seduta posteriore è comoda, e soprattutto spaziosa: il sottoscritto è alto 190 cm, e con la seduta anteriore regolata per questa altezza, in quella posteriore resta sufficiente spazio per le gambe.
Infine, la forma squadrata della parte posteriore lascia abbondante spazio anche per la testa dei passeggeri.
In 4, quindi, si sta comodi. In 5 probabilmente un po’ stretti, ma comunque con spazio accettabile.
Il bagagliaio da 361 litri (412 per la versione ibrida) è piuttosto capiente, con la qualità di alcuni assemblaggi e materiali che resta effettivamente l’unico difetto interno di questa Grande Panda.
MOTORE E BATTERIE

L’esemplare in prova, come già detto, era in versione totalmente elettrica.
Il powertrain è lo stesso di Citroën e-C3, Opel Frontera ed altre auto basate sulla stessa piattaforma Smart Car.
Il motore elettrico da 113 cv è abbinato alla trazione anteriore ed un pacco batterie da 44kWh, che le consentono 320 km di autonomia dichiarata nel ciclo WLTP combinato.
La ricarica attraverso il cavo integrato anteriore è a 7 kW in corrente alternata, mentre la presa posteriore (in foto) è un optional gratuito che consente una ricarica ad 11 kW.
La ricarica a 7 kW consente di caricare dal 20 all’80% in 4 ore e 20 minuti, mentre con la ricarica ad 11 kW il tempo scende a 2 ore e 50 minuti.
Con la ricarica veloce in corrente continua a 100 kW, invece, la ricarica completa impiega 27 minuti.
E qui aprirei una parentesi personale, che va oltre la scheda tecnica.
Questi tempi sono biblici, se paragonati ai tempi di rifornimento di una normale auto a combustione interna.
A mio parere l’utilizzo di un’auto elettrica, ad oggi, deve limitarsi ad un contesto cittadino.
Una situazione nella quale il possessore può usare l’auto durante il giorno e metterla in carica durante la notte, come i cellulari.
Per chi ha necessità di percorrere distanze elevate quotidianamente, l’auto elettrica non può essere la giusta soluzione, neanche con i tempi di ricarica nettamente migliori delle auto di segmento superiore.
In parole povere, le uniche elettriche che ha senso acquistare, ad oggi, sono le utilitarie. Proprio come questa Panda.
Chiusa questa parentesi, torniamo al test.
TEST DRIVE

Su strada, questa Grande Panda può sorprendere.
Il comfort di guida, l’abbiamo detto, è ottimo. L’assetto è diverso dalla sorella a marchio Citroën, nel bene e nel male.
Decisamente più diretta nella sterzata, con un volante sempre preciso e mai troppo morbido.
Più dura però su fondi sconnessi: le asperità della strada si sentono tutte, anche se in maniera non fastidiosa.
Sicuramente migliorabile l’insonorizzazione dei passaruota: se dalla carrozzeria, nonostante le forme non proprio aerodinamiche, provengono davvero pochi fruscii, il rotolamento dello pneumatico si sente tutto.
Lo spunto è ottimo e, da buona elettrica, sa incollare al sedile se si affonda sull’acceleratore. Nei limiti dei 113 cv, s’intende.
Quando, però, l’acceleratore viene rilasciato, la funzione “one pedal drive” si sente tutta: l’auto rallenta notevolmente, rendendo il pedale del freno quasi completamente inutile.
Ad onor del vero, durante l’intero test drive mi è stato utile in 4 occasioni: in 3 di esse, solo per arrestare completamente la marcia.
La meta di questo test, purtroppo poi rivelatasi irraggiungibile, è stata il Belvedere di Matera.
Per arrivarci, la Grande Panda ha affrontato curve, tornanti, salite e fondi non proprio regolari.
Ha superato tutto senza battere ciglio, ed al ritorno, quando le salite sono diventate discese, la ricarica in marcia ha dimostrato tutta la sua utilità: quasi 3% di carica in poco meno di 1 km.

Impressioni positive in generale, quindi.
Da non amante delle auto elettriche, devo ammettere di essere rimasto piacevolmente sorpreso da questa piccola FIAT.
Ciò che ancora non va bene, però, è il prezzo. Per la Grande Panda elettrica si parte da una base di 24.900 €, per poi raggiungere i 27.900 € dell’allestimento La Prima, ovvero quella in prova.
Prezzi esagerati, non per la Grande Panda (che si allinea al mercato), ma per il mercato in generale. Stiamo raggiungendo la follia, ed è impensabile pagare quasi 30.000 € per un’utilitaria.
Ciononostante, vi invito se potete a provarla, vi garantisco che vi sorprenderà.
GALLERIA FOTO


















