Aston Martin ha finalmente tolto i veli alla Valkyrie LMH affidata al team The Heart of Racing.
La hypercar più attesa di tutte è stata presentata con entrambe le livree con cui andrà a competere sia nel FIA World Endurance Championship 2025 che successivamente nell’IMSA SportsCar Championship.
L’Aston Martin Valkyrie LMH è finalmente pronta e dopo aver svolto un innumerevole quantitativo di test, e la vedremo finalmente scendere in pista per la sua prima apparizione ufficiale alla 1812km del Qatar. Nella serie americana invece, il suo debutto avverrà alla 12 Ore di Sebring. Sfortunatamente l’omologazione non è arrivata in tempo per la 24 Ore di Daytona.

UN GRANDE OBBIETTIVO PER LA VALKYRIE LMH
“Questo è un momento di grande orgoglio per Aston Martin. Ritornare a lottare per la vittoria assoluta alla 24 Ore di Le Mans rappresenta il cuore dei nostri valori e segna una pietra miliare nel nostro patrimonio automobilistico”, ha commentato Adrian Hallmark, AD di Aston Martin Lagonda.
“Essendo l’unica Hypercar nata dalla strada e ora pronta a sfidare i vertici delle corse sportscar sia nel WEC che nell’IMSA, l’Aston Martin Valkyrie LMH incarna il nostro duraturo DNA sportivo, che ha caratterizzato il marchio per più di un secolo”.

“Per chiunque abbia partecipato a gare sportscar, guidare un’auto della Classe Regina di marca Aston Martin, che è ampiamente considerata una delle più belle al mondo e l’unica che è l’autentica derivata di un’auto stradale, è un vero onore”, sottolinea Ian James, Team Principal e pilota del team The Heart Of Racing.
“Essere incaricati di seguire questo programma è sicuramente un punto culminante della carriera. Si può sempre fare di più, ma sono soddisfatto dei progressi compiuti e dell’affidabilità che abbiamo dimostrato. Non potrei essere più soddisfatto di come tutto si è integrato: dal team alla progettazione nell’Aston Martin Performance Team, fino alla costruzione della squadra corse”.
CHI SONO I PILOTI DELLE VALKYRIE LMH
Tra le vetture che vedremo competere al WEC, la line-up dei piloti vede Harry Tincknell condividere il volante della #007 con Tom Gamble, mentre Alex Riberas viene affiancato da Marco Sørensen sulla #009. Per quanto riguarda invece l’IMSA, saranno Gunn e De Angelis i piloti che guideranno la Valkyrie #23.

“Harry Tincknell è stato fortemente coinvolto nello sviluppo della Valkyrie, quindi abbiamo voluto inserirlo subito nel programma di test, oltre ad avere alle spalle un’altra esperienza in LMDh. Si è subito dimostrato un ottimo uomo squadra e i suoi precedenti parlano da soli”, spiega Ian James, andando poi ad illustrare gli altri profili che compongono la compagine inglese di Aston Martin.
“Tom Gamble lo reputo un talento naturale e merita una chance sotto i riflettori ai massimi livelli delle corse a ruote coperte”.
“Marco Sørensen è uno dei piloti più esperti e di successo che abbiano mai corso per Aston Martin, e ha atteso a lungo la sua occasione nella classe regina. Avendo lavorato con lui e visto le sue capacità e freddezza sotto pressione, penso che sia perfetto per questo programma”.
“Alex Riberas ha dimostrato la sua bravura in Classe GTD PRO nell’IMSA negli ultimi due anni vincendo gare anche nel WEC, dove l’anno scorso si è ben distinto. E’ parte integrante di The Heart of Racing e merita il suo posto”.
“Ross Gunn è con noi da quattro anni ed è diventato, senza dubbio, uno dei migliori piloti GT del mondo. Lo ha dimostrato l’anno scorso nella corsa al titolo GTD PRO, mancandolo per un soffio. È un uomo squadra, naturalmente dotato e con un feeling con la macchina da corsa che non molti piloti hanno”.
“Per quanto riguarda Roman De Angelis, ho corso con lui per la prima volta nel 2018 ed è andato di bene in meglio. Ha vinto l’AMR Academy e il campionato GTD, risultato unico, ed è diventato un vero e proprio pilota da grandi prestazioni. È anche un ingrediente fondamentale del nostro programma di simulazione a Phoenix”.

ASTON MARTIN VALKYRIE LMH: DALLA STRADA AL MONDIALE
Partendo letteralmente dalla vettura stradale, nel corso di questi mesi, Aston Martin ha compiuto 15.000 Km di test per la Valkyrie LMH, che si presenta come l’unica vettura che parte da una base stradale, con cui condivide anche il motore. La Valkyrie sarà infatti l’unica hypercar a presentarsi senza la parte ibrida, con una V12 6.5L aspirato della Cosworth capace di sviluppare 1000 CV, ma depotenziato a 680 CV come da regolamento.
Questo è stato infatti un ottimo punto strategico, essendo il motore della Valkyrie stradale un motore da corsa vero, sviluppato però pensando ad un’ottima affidabilità. Sono stati poi rivisti i consumi, parte fondamentale dello sviluppo di questa Hypercar.
“L’Aston Martin Valkyrie non è solo una Hypercar, ma una rivoluzione nella storia dell’ingegneria automobilistica che rappresenta l’apice delle prestazioni, del design e dell’innovazione. Con una straordinaria fusione di tecnologia F1 e maestria stradale, la Valkyrie è davvero costruita per le corse e la sua partecipazione al più alto livello di gare endurance mondiali non farà altro che consolidare ulteriormente i suoi risultati tecnologici”, ha detto Adam Carter, Capo di Aston Martin Endurance Motorsport.
“Aderendo alle regole Hypercar, l’auto da corsa condivide molti elementi del DNA con quella stradale, partendo dallo stesso motore V12. È importante correre con un motore snello per ridurre la quantità di carburante da trasportare per fornire l’energia necessaria durante uno stint. Faremo andare il motore più lentamente di quanto sia in grado di fare perché abbiamo bisogno di meno potenza”.
“Il limite di potenza inferiore previsto dal regolamento ci offre l’opportunità di rivedere la curva di coppia e di ridurre le perdite per attrito riducendo il regime del motore per aumentare l’efficienza dei consumi”.
“Il progetto originale era di Adrian Newey, uno dei più grandi progettisti di auto da corsa della storia; sappiamo benissimo che sarebbe quasi inimmaginabile per lui progettare un’auto senza pensare che prima o poi possa andare a correre”.

“Le prestazioni assolute sono limitate dalle regole, indipendentemente dallo sviluppo. C’è un peso minimo, un limite di potenza attraverso il controllo della coppia dell’albero motore e una finestra di prestazioni aerodinamiche. Ogni modello di auto costruito anche dai nostri rivali viene misurato in una galleria del vento di dimensioni reali. Si tratta quindi di ottimizzare le caratteristiche della Valkyrie nell’ambito dei contributi fondamentali per le prestazioni”.
“Come per ogni Aston Martin da competizione, in definitiva, abbiamo un mezzo estremamente competitivo e ne adattiamo caratteristiche e capacità ai requisiti del regolamento, ottimizzando le opportunità di prestazione. Abbiamo intrapreso tutto questo lavoro in collaborazione con lo studio di progettazione Aston Martin, famoso in tutto il mondo, e con Aston Martin Performance Technologies che ha assunto un ruolo fondamentale nello sviluppo”.
“Naturalmente, lo facciamo solo perché vogliamo vincere. Tuttavia, siamo consapevoli che avremo davanti una bella sfida e incognite che fanno parte della competizione. Ci troviamo ad un alto livello ed è per questo che vogliamo competere contro i nostri rivali. Fondamentalmente, vale la pena vincere solo se si è contro una concorrenza forte e siamo consapevoli che ci uniremo a loro in un momento dove sono già affermati”.
“È un grande momento per entrare a far parte dell’apice delle corse sportscar: ACO, IMSA e FIA hanno creato collettivamente campionati di crescente popolarità grazie alla collaborazione e noi sosteniamo pienamente questo processo. Hanno fatto un ottimo lavoro nello stabilire il format e nel promuovere la serie per rendere questa un’era d’oro delle corse endurance. È un’opportunità per competere sulla scena mondiale in un ambiente equo e competitivo”.
Credits: Aston Martin