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È la gara più bella dell’anno. È anche il suo centenario. È inoltre una passerella di auto bellissime e velocissime. È infine il ritrovo di quasi 200 scappati di casa a cui piace definirsi “piloti”.

Torna per il terzo anno di fila la Spotter Guide per scemi, la nostra breve guida ai concorrenti della 24h di le Mans che vale la pena seguire, comodamente divisa in due parti. Oggi: le Hypercars.

CADILLAC

Ci sono Jackson Storm e i cugini che vengono dall’America, uno giallo e uno rosso, come i power rangers. Fa molto ridere questa cosa, perché le due auto sono alimentate da un V8 che va a petrolio grezzo e sangue di scoiattoli, eppure ci sono ben zero piloti americani su nove. Sulla macchina blu abbiamo Er Bamba (all’anagrafe Earl Bamber), reduce da una vittoria alla 24 ore del Nurburgring con una Ferrari, accompagnato da Alex Lynn e Richard Westbrook.

Sulla macchina gialla (nuova di pacco perché la prima è stata demolita all’eau rouge) abbiamo invece Sébastien Bourdais, Renger van der Zande e Scott Dixon. La macchina rossa è di un altro team, Action Express Racing, e corre con il nostro sempre amatissimo Pipo Derani, accompagnato da Alex Sims e Jack Aitken. Forza USA!

FLOYD VANWALL

Riusciranno gli eredi di ByKolles a finire la gara? La risposta la daranno Tom Dillman, Esteban Guerrieri e Tristan Vautier. Probabilmente sarà una risposta negativa, ma sono pronto a festeggiare il loro arrivo sul traguardo con qualcosa di buono da bere che devo ancora decidere.

PORSCHE

Mamma mia questi sono tantissimi. Allora, il team ufficiale Porsche Penske ha tre auto dalla line up stellare. Dane Cameron (wow uno statunitense), Micheal Christensen e Frédéric Makowiecki sulla #5. Kevin Estre, André Lotterer e Laurens Vanthoor sulla #6. Equipaggio americano per la #75, con Felipe Nasr, Mathieu Jaminet e Nick Tandy (americano perché viene dall’IMSA, non perché ci sono piloti statunitensi).

La quarta auto è tutta dorata, ed è di Hertz Team Jota, primo team cliente del WEC con una hypercar, con i piloti Antonio Felix Da Costa, Will Stevens e Yifei Ye. Visto che la macchina non va proprio fortissimo puntano sul numero. Di solito funziona, chissà stavolta.

TOYOTA

Vabbè, Toyota. Hanno vinto le ultime cinque 24 Ore (correndo praticamente da soli) e le prime tre gare del campionato (contro una agguerrita concorrenza). Su di una macchina ci sono Mike Conway, Kamui Kobayashi e José Maria Lopez (minchia c’è Lopez). Sull’altra ci sono Sébastien Buemi, Brendon Hartley e Ryo Hirakawa. Corrono per vincere e non gli si può dire niente. Al massimo, fate occhio ai sensori della telemetria.

FERRARI

Macchina rossa. Macchina veloce. Macchina stupendamente bella. Seconda forza in campo, con le gomme pre-riscaldate possono puntare alla vittoria (oppure no, magari non vogliono non lo so). Sulla #50 ci sono un calabrese (Antonio Fuoco), uno spagnolo (Miguel Molina) e un danese (Nicklas Nielsen). Sulla #51 ci sono un piemontese (Alessandro Pier Guidi), un inglese (James Calado) e un pugliese (Antonio Giovinazzi). Sembra l’inizio di una barzelletta, ma è la line up di AF Corse.

PEUGEOT

La macchina senza l’alettone posteriore torna in pista per nuove entusiasmanti avventure (si spera non verso i box stavolta). Sulla #93 vediamo Paul Di Resta, Mikkel Jensen e JeanEric Vergne. Sulla #94 ci sono Loic Duval, Gustavo Menezes e Nico Muller. Vediamo cosa combinerà questa 24 ore di Le Mans l’auto progettata apposta per correre la 24 ore di Le Mans.

GLICKENHAUS

È ufficialmente l’auto più americana d’America. Soprattutto perché James Glickenhaus ha un cappello da cowboy e ci segue su Facebook (seguiteci anche voi). E perché hanno un pilota americano. Ryan Briscoe, Romain Dumas e Olivier Pla correranno sulla #708, mentre Franck Mailleux, Nathanael Berthon ed Esteban Gutierrez saranno sulla #709. Forza USA (x2)!

Di Alessandro Rizzuti

Laureato in storia e bassista metal a tempo perso, fermamente convinto che sotto le sei ore si parla di gare sprint. Ogni tanto faccio qualche articolo ironico, sperando di essere divertente almeno su internet.

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